F1, Gp Bahrain: Il Ritorno della Cosworth
Il gran premio del Bahrain ha segnato il ritorno nel mondiale di Formula Uno di uno storico costruttore come la Cosworth. La casa inglese ha quasi monopolizzato la griglia di partenza del mondiale dal ’67 ai primi anni ’80 utilizzando il modello DFV, il più longevo in assoluto e capace di aggiudicarsi ben 155 vittorie.
Il 2006 è l’ultima stagione disputata, due i team forniti: la Williams dotata del CA2010 otto cilindri, 2400 cc di cilindrata e la Toro Rosso con il TJ2005, 3000 cc e dieci cilindri con flangia di aspirazione ridotta.
Proprio il modello CA2010, omologato a fine 2006 in base alle regole sul congelamento dello sviluppo dei propulsori, era il più prestazionale di tutti: dotato di consumi ridotti ed una potenza al pari degli altri, riusciva tranquillamente a raggiungere in gara i 21000 giri al minuto.
Cosworth rientra nel Circus fornendo quattro team, Williams, Virgin Racing, Lotus e Hispania Racing, Mark Gallagher, il general Manager della compagnia: “Dopo mesi di lavoro e sviluppo è stato bello tornare di nuovo a correre. È stato soddisfacente vedere quattro team con i nostri motori in azione. Dal punto di vista tecnico siamo contenti del comportamento del CA2010 in Bahrain”.
Proprio l’affidabilità rappresentava un punto interrogativo: con i nuovi regolamenti il regime di rotazione massimo del motore è stato limitato a 18000 giri\minuto ed il Cosworth, progettato per girare 3000 giri più in alto, aveva fatto preoccupare non poco i tecnici.
Il responso della pista è stato comunque ottimo: quattro motori hanno terminato la gara.
Gallagher ha infatti specificato: “I due piloti Williams hanno finito la corsa, con Rubens che ha preso anche un punto come decimo arrivato, mentre la Lotus è giunta in fondo alla gara. Ho anche avuto modo di parlare con alcuni dei nostri piloti per avere le giuste indicazioni per capire il funzionamento del CA2010”.
Gli altri invece non hanno visto la bandiera a scacchi per problemi legati alla vettura: “La Virgin Racing ha avuto un positivo approccio alle corse soprattutto in qualifica dove ha mostrato il suo potenziale ma anche quello del nostro motore. La HRT per fortuna è riuscita a correre e anche noi abbiamo dovuto fare del nostro meglio per permettergli di essere presente in Bahrain. Il ritiro di Bruno Senna è stato causato da una rottura al radiatore dell’acqua, che ha pregiudicato anche il funzionamento del nostro motore, che è tornato in sede per essere visionato”.
Roberto Ferrari