F1, Gp in Corea: tristezza Ferrari tra pezzi di gomme e pista invasa dai detriti

Svegliarsi di buon mattino e poi tornare a dormire poco dopo. Il Gran Premio in Corea è di una noia mortale. Vettel saluta tutti sulla griglia di partenza e poi corre da solo: 34sima vittoria, quarta di fila, l'ottava nel 2013. Come in un videogioco, rallenta e incalza il ritmo dei giri del suo motore. Lo tormenta pigiando il piede sull'acceleratore, perché togliersi lo sfizio di fare il tempo migliore è l'unico divertimento che gli regala l'ennesimo appuntamento di un Mondiale già vinto con distacchi siderali. La macchina regge, le gomme – almeno le sue – pure e, quando la safety car entra in pista tra pezzi di pneumatico sbriciolato e detriti, sembra fatto apposta per rendere un po' meno tedioso lo spettacolo sul circuito. E allora scintille in pista le regalano la vettura di Rosberg, che al 28simo giro strofina l'asfalto e quasi prende fuoco. Quella di Webber, compagno di scuderia del ‘panzer' tedesco, va in fiamme per davvero: gara e Red Bull in fumo, anche questo pare far parte del copione. Perez vede la sua ruota ‘sfilettata' e capisce d'averla persa quando la scorge volare come un aquilone sulla bretella d'asfalto. Alonso, forse, non aveva tutti i torti nel lamentarsi per la qualità della mescola. Ma non è un'attenuante per la Ferrari.
Trova l'intruso. Serve un colpo di scena, lo regala una Jeep che al 38simo giro – mentre Webber impreca contro la malasorte per l'auto distrutta – s'infila davanti ai piloti e li costringe a inchiodare. Rischio incredibile, effetto domino pazzesco. Buona la prima… scena perfetta, come in un film. Almeno c'è ancora un buon motivo per restare svegli. Il tempo di godersi Raikkonen che dà lezioni all'asturiano della ‘rossa' con un paio di sorpassi – gli spiega che aria tira a Maranello dalla prossima stagione e poi si piazza alle spalle di Vettel – e Hulkenberg che vince il duello con Hamilton per il quarto posto.
Cavallino zoppo. E le Ferrari? ‘Triste e solitario è il finale' anche quaggiù, in Corea. Massa – che non è andato a sbattere contro un muro o un guard rail come in passato – in una delle prime curve, in piena bagarre, si gira rischiando anche di investire Alonso, finisce nelle retrovie e poi rimonta. Ridicolo. Disarmante, invece, la mediocrità delle ‘rosse': lo spagnolo in difficoltà anche contro la Sauber – che monta motore Ferrari – è l'immagine impietosa di un pilota e d'una scuderia cui non resta che salvare almeno la faccia. Uno scatto d'orgoglio, tutto qui. Non vogliamo mica la luna.