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F1, Jean Todt è il nuovo presidente della Fia

Il francese è stato eletto con larga maggioranza, governerà la Fia per quattro anni. Montezemolo: “Il clima sarà più Disteso”.
A cura di Roberto Ferrari
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Jean Todt

E’ Jean Todt il nuovo presidente della Federazione internazionale dell’automobile. Come previsto alla vigilia, l’ex dt Ferrari, batte Ari Vatanen e governerà il massimo organo dell’automobilismo mondiale per i prossimi quattro anni. Nell’elezione avvenuta oggi a Parigi Todt ha ottenuto 135 voti (due in più di quelli che ottenne a suo tempo Mosley), contro i 49 del rallista finlandese e 12 schede nulle.

Todt, francese di 64 anni, inizia la sua carriera nel mondo dell’auto come coordinatore della Peugeot nel Mondiale Rally, alla Dakar e nella 24 ore di Le Mans. Il passaggio in Formula 1 avviene nel 1993, quando assume il comando della Ferrari. Il team capitanato da Todt, dopo anni difficili, diventa imbattibile e conquista quattordici titoli iridati.

Le prime parole di Todt da presidente Fia sono per il suo predecessore: “Voglio salutare le realizzazioni straordinarie di Max Mosley nel corso degli ultimi sedici anni alla presidenza della Fia, sia nello sport che nella mobilità. Durante la sua presidenza, lo sport automobilistico ha avuto una crescita ed un popolarità senza precedenti".

Parole di soddisfazione anche dalla Fota (l’associazione dei Team) nella persona di Montezemolo: “Sono sicuro che la Federazione si rinnoverà e ristabilirà un clima aperto al dialogo e alla costruttiva collaborazione con i team e con la Fota, garantendo così la stabilità regolamentare e dell'intero ambiente. Faccio i migliori auguri a Todt per il suo nuovo ruolo, ho sempre apprezzato la sua abilità e il suo impegno”.

Alquanto deluso l’altro candidato alla presidenza Ari Vatanen:“Pensavo che ci fosse molta più gente a voler cambiare la Fia. Sappiamo come funziona e molti delegati hanno paura di perdere il posto. E’ molto difficile sovvertire l’attuale regime. Spero che la Fia diventi democratica ma questo è solo un desiderio perché per ora non è così".

 

Roberto Ferrari

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