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F1: Jenson Button secondo Fernando Alonso,Kimi Raikkonen,Jarno Trulli

Il neo campione del mondo descritto dai suoi colleghi, che in coro sottolineano “merita il titolo”.
A cura di Eugenio Tinto
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Il campionato è finito, il valzer delle sostituzioni all’interno delle scuderie è iniziato, nuove facce che arrivano vecchi visi che cambiano pelle. Opinioni che si incontrano, si conoscono, discutono e giungono ad una unica conclusione. Questo può essere il caso di Jenson Button.

Molti hanno creduto che la sua vittoria al mondiale piloti fosse dovuta principalmente all’auto, imbattibile, piacevolmente odiabile, ma comunque imbattibile, quindi per i non addetti ai lavori la figura del pilota, anche se si tratta di un campione del mondo, poteva passare o passa in secondo piano. Per intenderci “tanto la macchina si guida da sé”. Ma tutti sanno che nessuna auto si guida da sé, almeno in Formula 1.

Lo sanno anche alcuni piloti della Formula 1 che si sono espressi in modo favorevole nei riguardi del campione del mondo Jenson Button. Ad esempio Fernando Alonso ha affermato “Secondo me è un buon campione del mondo, merita il suo titolo. Nella seconda metà di stagione ha segnato meno punti di quanto la gente si aspettasse e a causa di questo fatto si può avere l’impressione che sia rimasto un po’ in ritirata, ma credo che abbia svolto comunque un buon lavoro. Se si osserva quello che ha fatto dalla prima all’ultima corsa ci si rende conto che è stato il migliore di noi e che quindi merita il titolo".

Per Jarno Trulli invece Button “ha vissuto degli alti e bassi, ma ha gestito bene la situazione. Quando ha disposto della vettura migliore ha dimostrato di essere capace di vincere delle gare e ha fatto il necessario anche quando ha dovuto difendere la sua posizione in campionato, rimanendo sempre molto calmo". Molto più laconico e pacato il commento dei Raikkonen  che sul campione del mondo si è espresso con un attestato che sa quasi di stima ma di sicuro è colmo di rispetto: "colui che ha più punti merita il titolo mondiale, è quindi a lui che deve andare".

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