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F1, McLaren: Button e Hamilton al lavoro sul simulatore

La scuderia inglese è quella che ha fatto più progressi durante le prime gare ed ora può puntare al mondiale.
A cura di Roberto Ferrari
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McLaren, Button in Malesia

È un avvio di mondiale molto interessante quello che stiamo vivendo nel 2010, nello spazio di nove punti ci sono ben sette piloti e se si esclude la presenza, peraltro meritata di Kubica, tutti i piloti fanno parte delle quattro scuderie indicate come pretendenti al mondiale.

La McLaren è il team che ha mostrato i maggiori progressi nell’arco delle prime gare, le vetture di Woking in Bahrain non avevano un passo gara degno dei migliori ma a partire dall’Australia hanno migliorato notevolmente le prestazioni per giungere in Malesia con un passo gara al pari delle migliori Red Bull e Ferrari.

Per continuare sullo slancio degli sviluppi in un campionato tiratissimo il team ha chiesto ai piloti di tornare nel quartier generale per provare al simulatore le ultime innovazioni aerodinamiche, si è trattato di un grande sforzo che però i piloti hanno accettato volentieri.

Button: “Trenta ore di viaggio per un solo giorno di lavoro non sono poche ma sono sicuro che ne è valsa la pena. La nostra macchina migliora giorno dopo giorno e questo è l’aspetto più incoraggiante”. La motivazione che ha spinto l’inglese al lungo viaggio è semplice e risale ai problemi di adattamento ancora non risolti con la Mp4-25: “Non sono soddisfatto al 100%, soprattutto con il bilanciamento della monoposto. Spero in investimenti concreti e importanti della mia scuderia a livello tecnico e di sviluppo”.

Quindi il campione del mondo 2009 entra nel dettaglio: “Ci vorrà ancora un pò perché mi trovi completamente in sintonia con la monoposto, ma il team si sta dedicando al massimo per far si che mi si adatti al meglio. La loro attenzione ai dettagli è straordinaria. L’aspetto più incoraggiante dall’inizio della stagione è la consapevolezza di avere una vettura fantastica tra le mani”.

Quindi: “La gente pensa che si tratti solamente di guidare una macchina, ma c’è un sacco di lavoro al quartier generale che ci permette di arrivare preparati in pista. È importante seguire personalmente tutto ciò che succede, così da migliorare la monoposto per il futuro”.

Roberto Ferrari

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