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F1, Mosley: Briatore sarà costretto a gettare la Maschera

L’ex presidente della Fia è contrariato dalla sentenza del Tribunale di Parigi che ha revocato la squalifica a vita di Flavio Briatore dopo il presunto incidente programmato al gran premio di Singapore del 2008.
A cura di Roberto Ferrari
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Max Mosley

Come era facilmente presumibile non è mancata la risposta di Max Mosley all’esito della sentenza del Tribunale delle Grandi Istanze sul caso Briatore. Per l’ex presidente della Federazione dell’Automobile la sentenza dovrebbe essere impugnata e, dalle colonne del Daily Telegraph, fa sapere il suo parere: “Una cosa è certa, la vicenda è lontana dall’essersi conclusa. Il giudice non ha stabilito che Briatore non è colpevole, ma ha solo obiettato la procedura utilizzata. Ma è un giudizio molto preliminare. Penso che la Fia dovrebbe impugnare la sentenza, perché ritengo che sia gravemente carente in una serie di punti. Pat Symonds ha ammesso per iscritto che era colpevole”. Aggiungendo poi: “Quando tutto questo polverone si sarà posato Briatore sarà costretto a gettare la maschera”.

La sentenza di Parigi, ha dato ragione a Briatore accusando Mosley di aver violato il “principio di separazione delle persone che sono responsabili delle indagini e del giudizio”. L’esito della sentenza di fatto permetterebbe a Briatore il reintegro nelle sue attività in Formula Uno, ma si attende ancora una decisione della Fia che, nelle parole di Todt, ha intenzione di accertare fino in fondo le responsabilità e scoprire il vero.

A tal proposito Mosley ha voluto precisare: “Se non ci viene data la possibilità di punire quello che hanno fatto Briatore e Symonds allora l’intero sistema Fia viene messo in discussione, perché verrebbero intaccati i principi della sicurezza, dell’onestà e le basi sulle quali si fonda la nostra attività. Questo, di conseguenza, porterebbe anche a una perdita di credibilità per la Formula Uno, perché è difficile trovare un esempio negativo peggiore di quello inscenato dalla Renault a Singapore. Non sono stati soltanto disonesti, ma hanno anche messo in pericolo delle vite umane”.

Roberto Ferrari

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