F1, via i veli dalla nuova Renault. Ricciardo: “Nulla da invidiare alla Red Bull”
Dopo Haas F1,Toro Rosso e Williams, è toccato alla Renault presentare la monoposto per il 2019, la RS19, con cui la scuderia di Enstone punta a ridurre il gap dai primi tre top team del Mondiale. La Renault ha chiuso il 2018 con il quarto posto in classifica costruttori e quest’anno proverà ad avvicinarsi al podio, obiettivo difficile ma non impossibile per la Casa francese che potrà contare sul confermato Nico Hulkenberg e sul Daniel Ricciardo, passato dalla Red Bull alla Renault e chiamato a riscattare un’ultima difficile stagione.
Via i veli dalla nuova Renault
Ambizioni e prospettive legate all’affidabilità del nuovo motore che dovrà dimostrarsi competitivo almeno quanto quello delle rivali e, in particolare, quanto quello della Red Bull, passata da Renault al fornitore Honda. A Enstone sono state apportate importati modifiche alla nuova power unit, come spiegato dal managing director del team, Cyril Abiteboul. “Sicuramente lo step evolutivo è stato il più grande da quando abbiamo introdotto il nostro V6 – ha spiegato ad Autosport – C’è tanto di nuovo rispetto a quello della passata stagione, abbiamo portato avanti il concetto grazie anche ai test svolti con Red Bull con la famosa specifica C che avevamo scelto di non fare correre. Abbiamo raccolto diverse informazioni con Red Bull e quindi abbiamo potuto spingerci avanti sul motore di quest’anno”.
Ricciardo: "Nulla da invidiare alla Red Bull"
A Enstone, per la presentazione ufficiale, presenti i due piloti. “Non ho ancora visto nulla che mi abbia portato a dire: ‘la Red Bull aveva questo e qui ne abbiamo bisogno’. Quindi non credo che ci manchi niente di particolare – ha detto Ricciardo – Immagino che fino a quando non guiderò la macchina, non saprò cosa di cosa ha bisogno, ma ho visto tante cose buone qui. Sono stato qui a dicembre e c’era tanto rumore perché era in corso la costruzione del progetto – ha aggiunto il pilota australiano – Hanno lavorato duramente durante l'inverno e questo è un aspetto positivo che ho visto da subito, l’etica del lavoro. Dal 2016 è davvero fantastico quello che hanno fatto, quindi dobbiamo continuare in questa direzione, senza però dire ‘ok, l’anno scorso siamo arrivati quarti, quindi dobbiamo puntare al terzo posto’. Non sarebbe semplice, perché il distacco dai primi tre è piuttosto grande. Ma idealmente vogliamo colmare questa lacuna. Certo, se riuscissimo ad infilarci tra i primi tre sarebbe buono, ma c’è ancora un grosso divario. Se dovessimo riuscire a fare qualche ‘incursione' però sarebbe un anno positivo”.