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Fca, il piano Alfa Romeo slitta al 2020

Tagli agli investimenti e rallentamenti nel lancio della nuova gamma del marchio del Biscione. Sei degli otto nuovi modelli previsti per il 2018 arriveranno entro il 2020. Target finanziari rivisti al rialzo nell’aggiornamento del piano industriale di Fca. Marchionne punta a vendere 2 milioni di Jeep nel 2018.
A cura di Valeria Aiello
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Alfa Giulia al  North American International Auto Show di Detroit 2016
Alfa Giulia al North American International Auto Show di Detroit 2016

Nel corso della conference call sui risultati finanziari dell’intero anno e del quarto trimestre 2015, Fiat Chrysler ha presentato un aggiornamento del proprio Business Plan con cui ha ridimensionato il progetto Alfa Romeo, mantenendo l’impegno nella strategia del marchio del Biscione che, per le incertezza del mercato cinese e la riduzione degli investimenti in prodotto fino al 2018, vedrà un rallentamento del lancio della gamma al 2018, che sarà completata entro la metà del 2020.

Rallenta il lancio Alfa – Entro il 2017 arriveranno la berlina Alfa Giulia e la Suv media, la Mid-Size Uv, il cui lancio è previsto previsto tra il 2016/2017. Gli altri sei modelli, una berlina Full-size, due Suv, due Specialty, e una Hatchback, andranno a completare la gamma tra il 2017 e il 2020. Nel piano industriale, rivisti al rialzo i target finanziari nonostante la scissione di Ferrari, ricavi netti a 136 miliardi di euro rispetto ai circa 129 miliardi del piano industriale del maggio 2014, l’Ebit adjusted a 8,7-9,8 miliardi dai precedenti 8,3-9,4 miliardi, utile netto rettificato compreso tra i 4,7 miliardi dai precedenti 4,5-5.3 miliardi, con riduzione del debito industriale a 4-5 miliardi contro i 1,9-2,4 previsti nel maggio 2014. Per il marchio Jeep, target a 2 milioni nel 2018, rispetto ai 1,9 previsti originariamente.

Fca Business Plan - Alfa Romeo Update
Fca Business Plan – Alfa Romeo Update

Risultati oltre le aspettative – Andando ai numeri 2015 approvati dal Cda, includendo Ferrari, i conti di Fca vedono ricavi netti cresciuti del 18% a 113,2 miliardi di euro, l’Ebit adjusted è salito del 40% a 5,3 miliardi di euro e l’utile netto adjusted è aumentato del 91% a 2,0 miliardi di euro, in crescita del 91% rispetto a 1,1 miliardi di euro nel 2014. L’utile netto del 2015 si è attestato a 377 milioni di euro e include gli oneri registrati nel terzo trimestre a seguito della variazione di stima effettuata per riflettere l’attuale contesto normativo e le campagne di richiamo, oltre agli oneri registrati nel quarto trimestre in relazione al pianificato riallineamento ai trend di mercato della capacità produttiva in Nafta. La scissione di Ferrari, precisa Fca nei risultati di esercizio, ha permesso al Gruppo di iniziare il 2016 con un indebitamento netto industriale sceso a 5,0 miliardi di euro e la liquidità disponibile è diminuita marginalmente a 24,6 miliardi di euro. Al 31 dicembre 2015, l’indebitamento netto industriale era pari a 6,0 miliardi di euro e la liquidità disponibile è rimasta forte a 25,2 miliardi di euro.

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