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Fca, accuse Usa per emissioni truccate. Il titolo precipita in Borsa

L’Epa accusa il gruppo di aver utilizzato software per falsare le emissioni. Pesanti ripercussioni in Borsa e titoli sospesi dalle contrattazioni. Fca: “Pronti a collaborare”.
A cura di Valeria Aiello
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FCA Group
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Le autorità Usa accusano Fiat Chrysler Automobiles di aver falsato le emissioni. La notizia è stata lanciata dall’agenzia Associated Press, citando alcune fonti, ed è stata commentata dall'Epa, l'Agenzia federale per la protezione ambientale, che ha ufficializzato di aver notificato a Fca delle violazioni sulle emissioni per circa 104.000 veicoli. Dopo il dieselgate Volkswagen, l’Agenzia per la Protezione Ambientale si abbatte sul gruppo guidato da Sergio Marchionne, accusandolo di equipaggiare i veicoli con software che controllano le emissioni diesel. Il titolo precipita in Borsa dove crolla sul contraccolpo delle indiscrezioni e perde l’11,8%, poi sospeso, in asta di volatilità, chiudendo in calo del 16% a 8,8 euro. Trascinato anche Exor che cede il 9,4% a 40 euro. Pesanti le ripercussioni anche su New York Stock Exchange dove il titolo paga una flessione del 15%.

Le accuse dell'Epa

Nella nota dell'Epa, l'Agenzia accusa il gruppo di violazioni del Cler Air Act, specificando che "Fca ha schivato le regole ed è stata scoperta". Non aver comunicato l'esistenza di un software che influisce sulle emissioni "è una seria violazione della legge" precisa l'Epa sottolineando che "Ancora una volta una casa automobilistica ha preso la decisione di schivare le regole è stata scoperta". Non dichiarati i veicoli sui quali sarebbe montato il software che falsato le emissioni. Le nuove accuse "sono il risultato delle indagini rafforzate dell'Epa in collaborazione con le autorità della California" che si erano intensificate dopo il caso Volkswagen. Le accuse riguardano i motori diesel 3.0 litri dei modelli prodotti nel 2014, 2015 e 2016.

Fca: "Pronti a collaborare"

"Contrariata dal fatto che l'Epa abbia scelto di emettere una "Notice of violation", Fca fa sapere che "intende collaborare con l’Amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’EPA ed i clienti di FCA sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili". Nella nota diffusa, Fca precisa che i motori diesel da 3.0 litri sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all’avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (SCR). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di EPA relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. Fca ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili". Fca è pronta a dimostrare che “le strategie di controllo di FCA sono giustificate e pertanto non costituiscono “defeat devices” in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione “conclude il gruppo che “auspica fortemente di poter avere quanto prima di incontrare l’enforcement division dell’EPA e rappresentanti della nuova amministrazione”.

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