FCA: utili in rialzo a 1,8 miliardi di euro, in calo il debito industriale
Il Gruppo FCA viaggia col vento in coda e chiude l'annata 2016 con risultati da record. Il gruppo automobilistico italo-americano vanta un utile al netto di 1,814 miliardi. La cifra ha una valenza maggiore se si considera che il 2015 si chiudeva con 93 milioni. Il profitto "adjusted" ovvero al netto anche di eventuali spese extra come campagne di richiamo e svalutazioni risulta in rialzo del 47% volando a 2,516 miliardi. Le cifre convincono il mercato ed il titolo FCA torna a salire in Borsa.
Durante il 2016 Fiat-Chrysler Automobiles ha consegnato 4.720.000 di vetture in tutto il mondo, tra i vari brand si è notata una forte crescita di Jeep, che con 1.424.000 pezzi registra un aumento del 9%. Molto positivi anche i dati riguardanti l'indebitamento netto industriale calato a 4,6 miliardi di euro. In un anno FCA ha recuperato 0,5 miliardi di debito sfruttando al meglio le entrate generate dalle attività industriali. Durante il 2016 sono stati investiti 8,8 miliardi, che hanno portato ad un guadagno di 1,8 miliardi. La liquidità del gruppo si stabilizza a 23,8 miliardi di euro. Con questi risultati, il Gruppo FCA conferma gli obbiettivi per il 2017 e punta a completare il piano nel 2018 senza intoppi. Entro fine 2017 il colosso italo-americano si aspetta un ricavo netto tra 115 e 120 miliardi di euro, un utile netto "adjusted" superiore a 3 miliardi ed un calo del debito industriale al di sotto dei 2,5 miliardi.
Gli ottimi risultati arrivano dopo un mese particolarmente difficile per FCA, che è stata accusata dall'EPA per emissioni truccate sui motori diesel. L'ipotesi di un nuovo dieselgate ha fatto crollare in Borsa il titolo. L'Amministratore Delegato Sergio Marchionne si è immediatamente attivato per collaborare con l'agenzia ambientale americana ed evitare lo scandalo, con effetti positivi in Borsa. Le normative ambientali sono un tema caldo anche del recente incontro col presidente degli USA Donald Trump, che ha promesso agevolazioni fiscali ed un minore controllo sulle tematiche ambientali per chi decide di investire su suolo USA.