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Ferrari BB, si chiamava così in onore di Brigitte Bardot

La rivelazione dell’ingegnere Fioravanti: “Eravamo innamorati del modello, tra noi l’avevamo battezzata così. Poi BB rimase”.
A cura di v.a.
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Una Ferrari 512 BB / Wikipedia
Una Ferrari 512 BB / Wikipedia

Ferrari BB, acronimo che sta per Berlinetta Boxer, e non solo. 47 anni dopo la presentazione del modello che debuttò al salone dell’automobile di Torino del 1971 è Leonardo Fioravanti, il progettista e ingegnere che dal 1964 al 1987 ha disegnato le Ferrari più belle per Pininfarina – dalla sua matita oltre alla BB sono nate anche la Daytona, la 365 GT 2+2, la 308 GTB, la 288 GTO e la Ferrari 348 – a svelare il significato di una delle sigle più celebri di Maranello. “Si, la Ferrari BB si chiamava così in onore di Bridgitte Bardot – rivela in un’intervista a Repubblica – Quando lavoravamo al prototipo io e i miei riferimenti operativi a Maranello, Angelo Bellei e Sergio Scaglietti ci eravamo letteralmente innamorati di quella Ferrari, la prima a motore centrale nella storia del Cavallino. Ci sembrava bellissima”.

Ferrari BB, si chiamava così in onore di Brigitte Bardot

Un prezioso retroscena per appassionati e collezionisti di Ferrari, un’assonanza dunque voluta e oggi confermata dal designer e fondatore della Fioravanti Srl, l’azienda di design di Moncalieri particolarmente attiva nell’ambito dei concept automobilistici. “Internamente, fra di noi, l’avevamo battezzata Bridgitte Bardot, BB – spiega Fioravanti – il coinvolgimento emotivo era forte… Poi continuando con il lavoro di messa a punto era diventato naturale chiamare quella macchina BB in tutti i reparti Ferrari coinvolti nello sviluppo. Alla fine era diventato talmente naturale chiamare la macchina così che dopo tante ore di lavoro Bridgitte Bardot, BB rimase”.

Una Ferrari 365 GT/4 BB del 1974
Una Ferrari 365 GT/4 BB del 1974

A dare il via al progetto della prima Rossa con motore centrale fu Enzo Ferrari, probabilmente in risposta alla Lamborghini Miura presentata dalla casa nel Toro nel 1966. Un passo che segnò una decisa svolta rispetto alle convinzioni del Drake che dovette rinunciare allo storico detto “mai mettere il carro davanti ai buoi”: fino alla BB, infatti, Ferrari era sempre stato un sostenitore del motore anteriore, salvo capitolare e dare il via libera al progetto. Dalla sigla BB si arrivò poi a Berlinetta Boxer. “Fu la soluzione che trovarono a Maranello, ma aveva in sé due grandi forzature – racconta sempre Fioravanti – La prima è legata alla parola Berlinetta: normalmente si riferiva a vetture a motore anteriore, con una carrozzeria, appunto, simile a quella di una berlina, non certo ad una supercar a motore centrale. La seconda è Boxer: quello della BB non è tecnicamente un motore boxer ma un V12 con un angolo di 180 gradi. La differenza, notevole dal punto di vista meccanico, sta nel diverso albero motore”. Nel 1971 il debutto: “Al Salone di Torino del 1971 viene presentata la 365 GT/4 BB, dove ufficialmente “365” come di consuetudine a Maranello indica la cilindrata unitaria che, moltiplicata per dodici porta 4,4 litri i cc “GT” sta per “Gran Turismo, “4” per il numero degli alberi a camme in testa (due per bancata) mentre “BB” per “Berlinetta Boxer”, una bella soluzione per coprire una storia d’amore di noi che avevamo fatto nascere una macchina di grande coinvolgimento emotivo”.

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