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Ferrari, è la strategia dai box a condannare la Rossa

Sono tanti gli episodi in cui le scelte dei tecnici del Cavallino non hanno portato benefici: dal Gp d’Australia, passando per la Spagna e Montecarlo, fino al Canada. Con il senno di poi è la strategia di gara a pesare sui risultati finali della scuderia.
A cura di Matteo Vana
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il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene
il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene

La prima vittoria della stagione, per la Ferrari, sembrava essere a portata di mano, ma è svanita quando sembrava ormai fatta. Colpa di una strategia che, a posteriori, si è rivelata sbagliata, come ammesso anche dal team principal Maurizio Arrivabene: quella delle due soste, nel Gp del Canada, si è sempre rivelata la scelta vincente ma stavolta no. Il box della Rossa di Maranello ha deciso di richiamare Vettel in regime di virtual safety car – quando si perde meno tempo per effettuare il pit stop – puntando sulle capacità di rimonta del tedesco, ma senza fare i conti con un Lewis Hamilton ormai specializzato nella gestione degli pneumatici. Il risultato è: seconda vittoria consecutiva per il britannico, mondiale riaperto e appuntamento con il gradino più alto del podio ancora rimandato.

Esordio sfortunato in Australia

La Formula 1 è sempre stata una disciplina in cui è il gruppo a determinare vittoria o sconfitta, ma mentre prima la bravura del pilota o la velocità del mezzo potevano far pendere l'ago della bilancia a proprio favore, ai giorni d'oggi fondamentale è diventato il lavoro del box: la strategia di gara è diventata quasi fondamentale, spesso sono gli uomini al muretto a fare la differenza. In questo avvio di stagione, purtroppo, la Ferrari è stata tradita proprio delle strategie. Il primo episodio controverso nel Gp d'Australia, all'esordio: le Rosse partono forte, Vettel e Raikkonen impongono il proprio ritmo poi la bandiera rossa per l'incidente a Fernando Alonso a rimescolare tutto. La scuderia italiana punta sulle gomme rosse – dando per scontata un'altra sosta -, la Mercedes va decisa sulle medie e porta a casa il bottino con Rosberg. Non mancano le attenuanti, ma con il senno di poi la scelta non è stata delle più felici.

Spagna e Montecarlo a condannare la Rossa

L'inizio di stagione è funestato dagli inconvenienti, ma la Ferrari si difende bene fino al Gp di Spagna. L'errore dei due piloti Mercedes, che si toccano durante il primo giro eliminandosi a vicenda, sembra spianare la strada alla prima vittoria rossa. E invece le Red Bull tirano fuori la prestazione che non ti aspetti, la strategia Ferrari paga solo a metà: Vettel sceglie le tre soste, l'undercut funziona e il tedesco si piazza davanti a Ricciardo. Quella che porta alla vittoria, però, è la scelta delle due soste, la stessa utilizzata dal box di Christian Horner per favorire il baby Verstappen, primo sotto la bandiera a scacchi. Altri rimpianti che si aggiungono. Passa una settimana e la casa di Maranello ci ricasca: nel Gp di Monaco stavolta ci si mette in mezzo la pioggia, la Ferrari è lì a lottare per il podio. Qualcosa per, ancora una volta, va storto. Nel passaggio dalle gomme da bagnato a quelle intermedie il box sbaglia i calcoli, lasciando Vettel dietro a Massa che ne frena la rimonta. Podio svanito per la prima volta in stagione.

Una scelta sbagliata a posteriori

Fino a ieri quando sembrava essere finalmente arrivato il momento giusto. Lo spunto di Vettel che in partenza brucia sia Rosberg che Hamilton, poi il ritmo che sembrava quello buono per tenere dietro il campione del mondo Lewis Hamilton. Quando la strada sembrava spianata, però, il richiamo al box per il cambio degli pneumatici: una scelta rischiosa che ha stupito fin da subito. La Ferrari aveva la possibilità di dettare il ritmo, di seguire, per una volta, le scelte della Mercedes: gli uomini di Maranello hanno trasformato Vettel in cacciatore quando forse sarebbe bastato comportarsi da lepre. L'occasione giusta per rifarsi è lì, a portata di mano: nel weekend si sbarca sull'inedita pista di Baku, la Ferrari ha dimostrato di potersela giocare con tutti, a patto di non commettere più errori.

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