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Ferrari, la parabola dei vent’anni

La scuderia di Maranello si appresta a chiudere la stagione senza aver messo a referto nemmeno una vittoria: non succedeva dal 1993.
A cura di Vito Lamorte
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Con molta probabilità la Ferrari terminerà questa stagione con lo "0" nella casella delle vittorie. Nonostante domenica 23 novembre si terrà l'ultimo Gran Premio, le monoposto della scuderia di Maranello avranno quasi certamente un ruolo marginale rispetto al podio. Con la tappa di Abu Dhabi si chiude una delle stagioni più brutte della storia della Ferrari: due soli podi nelle gare di Cina e Ungheria, entrambi firmati da Fernando Alonso, che rappresentano sino ad oggi i migliori risultati della Rossa in queste 18 gare sono il risultato di un Mondiale a dir poco deludente. L'evidenza dei fatti non può essere giustificata da nulla, le altre scuderie hanno lavorato meglio prima e durante l'anno. I giudizi sono disastrosi e sono ben al di sotto delle aspettative. Se si vanno a leggere entrambe le classifiche iridate i risultati sono emblematici: Alonso e Raikkonen sono rispettivamente quinto e undicesimo nella classifica piloti, mentre la Ferrari è quarta nel Mondiale Costruttori. La delusione più cocente è arrivata dal fallimentare progetto aerodinamico e dalla power unit, ovvero i due perni sui quali il team pensava di incentrare le ambizioni iridate.

Era il 31 luglio del 1994 quando Gerhard Berger tagliava il traguardo sul circuito di Hockenheim riportando alla vittoria la Ferrari dopo 4 anni di digiuno assoluto. Da quella in Germania alla vittoria di Fernando Alonso nel Gran Premio di Spagna nel 2013 è stata vista nascere e spegnersi la parabola più bella della storia della scuderia di Maranello, che in questo periodo è diventata la più vincente di sempre.

Non sono stati mesi facili nel team Ferrari: sono andati via Stefano Domenicali, Luca Marmorini, Luca Cordero di Montezemolo e, a breve, toccherà anche a Fernando Alonso. Non è detto che altri non li seguiranno in questo difficile inverno di ricostruzione ma l'importante è il bene della scuderia: credo che nessun appassionato creda o voglia dei miracoli ma almeno vedere le basi per far partire un altro ciclo ventennale perchè non dimentichiamo che la Ferrari è più di una parte di storia della Formula 1.

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