Ferrari, Mattiacci: “Alonso per ora resta, ma c’è una discussione in corso”
Poteva essere una domenica diversa ma, purtroppo, la monoposto di Fernando Alonso si è fermata ai piedi del podio del Gran Premio di Singapore. Dopo una grande partenza Alonso si era attestato in seconda posizione finchè non è stato richiamato ai box durante il periodo di Safety Car. A parlare della gara e del futuro del pilota asturiano della Ferrari ci ha pensato Marco Mattiacci, Team Principal della Ferrari. Sul Gran Premio tenutosi al Marina Bay Circuit Mattiacci ha dichiarato: "Oggi la gara avrebbe potuto regalarci un risultato migliore, perché grazie alla pronta reazione della squadra dopo il deludente esito del Gran Premio di Monza siamo stati competitivi per tutto il weekend. Il ritmo era buono e con la strategia Fernando era riuscito a guadagnare un secondo posto, sfumato poi nel corso della gara. Kimi è stato ostacolato dal traffico e dal degrado degli pneumatici, e pur avendo fatto una buona partenza non è riuscito a guadagnare le posizioni che aveva recuperato". Entrambi i piloti della Ferrari dopo la gara hanno parlato della Safety Car come il punto di non ritorno ma il Team Principal non è d'accordo: "Non credo che ci fosse qualcosa di specifico. Sicuramente la Safety Car non ha costituito per noi un vantaggio, ma la gara è fatta di 60 giri. Abbiamo spremuto la macchina per quanto abbiamo potuto e la strategia è stata eccellente. C'erano delle altre variabili che, ovviamente, non possiamo tenere sotto controllo. Abbiamo fatto del nostro meglio".
Mattiacci ha parlato anche delle voci di mercato che inondano Fernando Alonso ogni settimana e sul cambiamento che sta avvenendo all'interno della scuderia: "Alonso per il momento resta con noi. C'è una discussione in corso, su come definire il rapporto. Per il resto veniamo da quindici giorni di cambiamenti, so che devo fare dei cambi e dare discontinuità a certe aree. Questa cosa può far piacere ad alcuni e ad altri no, ma non possiamo adagiarci sul passato e dobbiamo aver il coraggio di cambiare. Cosa che vogliamo fare, per il resto il gruppo è unito nella sofferenza, e abbiamo trovato anche un nostro modo di autocriticarci per migliorare".