Ferrari, Sebastian Vettel pronto a suonarle: la sua SF1000 si chiama come la chitarra di B.B. King
La vigilia del campionato Mondiale di Formula 1 2020, causa Coronavirus (qui le ultime notizie con gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione in Italia e nel resto del mondo) è molto movimentata. Una stagione dunque che, ancor prima di cominciare si preannuncia anomala, ma che non rinuncia ad alcune tradizioni ormai consolidate.
Ferrari, Sebastian Vettel ‘battezza’ la sua SF1000: ecco Lucilla
È il caso di Sebastian Vettel che anche questa volta, come fatto ogni anno da quando ha cominciato stabilmente la propria carriera in Formula 1, ha dato un nome di donna alla propria monoposto, o ancora meglio al suo telaio. Quello che il quattro volte campione del mondo ha affibbiato alla SF1000, con la quale correrà in questa nuova stagione, infatti è Lucilla. Nessun motivo particolare dietro la scelta del quattro volte campione del mondo: "semplicemente perché il nome mi piaceva" ha risposto ai curiosi.
L’illustre precedente: B.B. King e la sua chitarra chiamata Lucille
Ma in realtà questo appellativo ha un illustre precedente. Lucilla è infatti il nome che il leggendario chitarrista blues B.B. King, ha dato alle sue chitarre e ha immortalato nella canzone omonima del 1968. In quel caso il nome dato dal musicista, a differenza della scelta di Sebastian Vettel, aveva una storia dietro. Lucille si chiamava infatti la ragazza per la quale si è scatenata una lite tra due uomini che ha dato vita ad un incendio all’interno di un pub nel quale l’allora giovanissimo Riley B. King stava suonando con la sua Gibson L-30 dimenticata nel locale nella fretta di scappare. Dopo esser rientrato per riprenderla sfidando le fiamme che, hanno provocato due vittime, King ha deciso di chiamare la sua chitarra con il nome di quella donna. Il motivo? Ricordarsi sempre di non correre mai più un rischio simile.
Da Eva a Loria: le altre Rosse del tedesco
Tornando a Sebastian Vettel però abbiamo già detto che quella di dare un nome alla sua monoposto non è una novità, a tal proposito andiamo a vedere quindi quali sono i soprannomi usati prima di oggi dal campione di Heppenheim. Da quando è arrivato alla Ferrari i nomi dati alle sue macchine sono stati Lina (2019, per richiamare la linea slanciata della SF90), Loria (2018, che forse in origine era ‘Gloria’ poi modificato per la scaramanzia), Gina (2017, abbreviazione di Regina), Margherita (2016, in onore alla Regina Margherita di Savoia) ed Eva (2015, come la prima donna secondo la Bibbia), solo per restare ai suoi trascorsi a Maranello.
Da Kylie Minogue ad Heidi Klum fino ai Beatles: gli omaggi del campione tedesco
Una tradizione quella del quattro volte campione del mondo cominciata alla sua prima vera stagione in Formula 1, quella del 2008. In quell’anno la Toro Rosso gli mise a disposizione la STR03, il cui telaio fu denominato immediatamente dallo stesso Vettel con l’appellativo di “Julie”. La sua prima monoposto in RedBull, la RB5, diventò invece “Kate”, ma dopo un incidente con Kubica a Melbourne, fu creato un nuovo telaio a cui il driver teutonico diede il nome di “Kate's Dirty Sister”, vale a dire la sorella pazza di Kate.
In principio il nome scelto per il telaio della sua RB6 fu quello di “Luscious Liz” (la voluttuosa Liz), ma dopo il Gran Premio di Monaco, dove sono state riscontrate lievi imperfezioni nel telaio, ne fu creato uno nuovo battezzato subito “Randy Mandy”, cioè la matta Mandy. La RB7 invece in onore della cantante anglo-australiana Kylie Minogue prese il nome di “Kinky Kylie”, ossia l'eccentrica Kylie.
La musica al centro della scelta della nomenclatura anche per il telaio della sua RB8 chiamato dal campione di Heppenheim con il nome di “Abbey” per omaggiare proprio l'album Abbey Road dei Beatles, il suo preferito, oltre all'omonima curva del Circuito di Silverstone. Nel 2013 poi Sebastian Vettel decise di passare alle modelle per dare il nomignolo alla sua RB9 che infatti fu appellata “Hungry Heidi” (l'affamata Heidi) in onore della top model sua connazionale Heidi Klum. La RB10 con la quale disputò il suo ultimo Campionato Mondiale con la RedBull, che però non riuscirà a vincere, fu chiamata invece “Suzie”.