Ferrari story. Berger, Alesi e lo scherzo del “freno a mano” finito male
Gerhard Berger e Jean Alesi, sono una delle coppie di piloti più longeve della F1, e dal 1993 al 1995 sono stati anche compagni di scuderia alla Ferrari. In queste tre stagioni hanno conquistato moltissimi piazzamenti ma soltanto due vittorie, una a testa, ma sono rimasti nella memoria degli appassionati anche per l’extra pista, famosi infatti gli scherzi che l’austriaco era solito fare per alleggerire la pressione una volta fuori dall’abitacolo. Inevitabilmente, spesso era lo stesso francese a cadere vittima degli scherzi di Gerhard.
I test a Fiorano della nuova Ferrari
Uno degli episodi più curiosi avvenne a febbraio del 1994, proprio il giorno prima della presentazione della 412T, l’auto con la quale la Ferrari intendeva tornare protagonista in F1. Berger e Alesi, come detto in quel periodo piloti di punta del Cavallino, erano a Fiorano e, in attesa che arrivasse Jean Todt, il temuto direttore sportivo della Rossa, stavano svolgendo dei test con la nuova monoposto. Durante una pausa, non vedendo ancora arrivare il loro capo, l’austriaco puntò una Y10 quasi nuova parcheggiata a bordo pista con le chiavi sul quadro e convinse il compagno a salire sull’utilitaria e mettersi al volante per fare qualche giro di pista.
Lo ‘scherzo’ del freno a mano
Berger, seduto dal lato passeggero, cominciò a prendere in giro il francese per la sua guida e per il ritmo che stava sostenendo, provocando la reazione del “facilmente infiammabile” Alesi che, toccato nell’orgoglio, portò ai limiti la piccola citycar mentre l’austriaco “per aiutarlo” alzava la leva del freno a mano nelle curve più strette. All’ennesima derapata però l’utilitaria cappottò, scivolando sulla pista di Fiorano e terminando la sua corsa, per loro fortuna, pochi metri prima della 412T che il giorno seguente sarebbe stata presentata al mondo.
Poche conseguenze e una grande preoccupazione
I due piloti furono estratti dalla Y10 dagli uomini del servizio di sicurezza della pista, e riscontrarono alcuni acciacchi lamentando dei forti dolori. Vennero quindi portati in ospedale per fare degli accertamenti. Per fortuna niente di preoccupante a livello fisico, ma nel frattempo scoprirono che quella Y10 era di Jean Todt (a detta di molti, non proprio un uomo tenero e comprensivo).
L’ira di Todt
Il temuto direttore francese, avvisato telefonicamente del ricovero dei suoi piloti, si recò all’ospedale, senza però sapere che la sua auto era stata ridotta un rottame, dove fu accolto dallo stesso Berger che, con l’impertinenza che lo caratterizzava, si dichiarò costernato per l’accaduto dicendogli però che la sua utilitaria aveva “solo leggeri segni del cordolo” sul tetto. Ma, rassicurato sulle condizioni dei due piloti, il transalpino si recò in pista e quando vide ciò che restava della sua Y10, con braccia allargate e scuotendo il capo, farfugliò in un misto tra francese e italiano una serie di frasi irripetibili, delle quali la sola parola che si può riportare è «Bergeeeeer».