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Ferrari, Vettel: “Primi contatti nel 2008 e nel 2010”

In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport il campione di Heppenheim si racconta a 360 gradi.
A cura di Vito Lamorte
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Sebastian Vettel sembra in Ferrari da una vita. Dopo il suo periodo d'oro in Red Bull il pilota tedesco poteva continuare a vivere di rendita per le sue vittorie, invece si è rimesso in gioco e l'ha fatto proprio con la scuderia che ha sempre voluto: la Ferrari. Il ventisettenne di Heppenheim ha rilasciato una lunga intervista rilasciata a Pino Allievi che è stata pubblicata nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato tutto tondo dei primi approcci con la Ferrari, del suo arrivo a Maranello, del Mondiale che sta per iniziare e degli anni passati in Red Bull. Il quattro volte campione del mondo parla di diversi approcci prima dell'approdo di quest'anno al Cavallino: "È una vicenda che comincia da lontano. Avevo 13 anni era il 2003, quando riuscii a entrare nel box della Ferrari al Nurburgring. Mi ritrovai lì perché correvo nella Formula BMW, ma non conoscevo nessuno, salvo Michael. Poi, arrivato alla Toro Rosso, ho cominciato a salutare Stefano Domenicali e i tecnici Ferrari che curavano il mio motore. Con Domenicali, a partire dal 2008 ho discusso di tanto in tanto di quello che poteva essere un mio potenziale futuro nel Cavallino. Nel 2010 un altro approccio, ma sempre senza cose per iscritto. Nell'inverno fra il 2012 e 2013 sono persino andato in segreto a Maranello a incontrare Montezemolo e conversare sullo stesso argomento, finché, a metà dello scorso anno, ho incontrato Marco Mattiacci e ho di nuovo parlato con Montezemolo. A un certo punto entrambi sono usciti di scena, ma la trattativa è andata comunque avanti…".

Tra i motivi determinanti per il suo arrivo in rosso, ci sono stati i contatti con il Kaiser, vero e proprio pezzo di storia della scuderia italiana: "Ho chiesto un parere a Sabine Kehm, la manager di Schumacher. Purtroppo non ho potuto parlare con Michael, anche se tempo fa gli avevo raccontato della possibilità che mi offriva Stefano Domenicali. Gli dissi che mi sentivo onorato e lui commentò che se avessi accettato avrei trovato una bella atmosfera e un grande entusiasmo. Mi sembrò un sogno e oggi sono davvero felice di essere dentro quel sogno!".

Sull’ingaggio ufficiale, come già raccontato da Maurizio Arrivabene, c'è stato lo zampino del neopresidente Sergio Marchionne: "Mi ha telefonato dicendomi che sarebbe stato felice se fossimo riusciti a far qualcosa insieme. Gli ho chiesto come si fosse procurato il mio numero di cellulare, si è messo a ridere. Il suo è stato un messaggio chiarissimo. La Ferrari mi voleva ed era il passo che alla fine desideravo anch'io".

Vettel non si è sottratto a domande su Adrian Newey, che definisce "uomo chiave", sul suo rapporto con Mark Webber messo in relazione a quello con Kimi Raikkonen ([…]Con Mark ci siamo sempre rispettati e, come coppia, abbiamo portato risultati alla Red Bull […]Di Kimi, invece, mi ha colpito il fatto che mi abbia rispettato sin dal primo momento in cui ho messo piede in F1 e non ero nessuno) e sui suoi detrattori (Alonso e Hamilton su tutti) che imputavano le sue vittorie solo alla superiorità della monoposto di Milton Keynes: "Davvero in passato hanno detto che avrebbero voluto vedermi alla prova con una vettura meno competitiva? Non lo sapevo, non seguo molto quello che dicono su di me. Non me ne curo. Come replica, posso dire che rispetto entrambi…".

Sul Mondiale che partirà a Melbourne il 15 marzo Seb ha le idee chiare: "Per Melbourne, i favoriti sono Hamilton e Rosberg. Per il mondiale direi che se la giocano ancora loro, cinquanta e cinquanta. Lo scorso anno non mi aspettavo affatto un Nico così forte, specialmente nelle qualifiche. In gara poi è stato quasi sempre vicinissimo a Lewis e credo che restino comunque loro gli uomini da battere".

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