FIA e team F1: è guerra sui costi delle power unit
La Formula 1 sta lavorando per migliorare l'accessibilità delle scuderie. Un top team per correre in Formula 1 spende circa 300 milioni di euro all’anno e la FIA vorrebbe cercare di abbattere i costi. Si tratta di un problema che vede protagonisti i team più piccoli che si trovano a fare i conti con dei problemi finanziari. La scorsa settimana, nonostante i suggerimenti della Federazione Internazionale, la Ferrari ha posto il veto sulla riduzione dei costi delle power unit. La scuderia del Cavallino Rampante vorrebbe investire e utilizzare a proprio vantaggio le risorse tecnologiche sulle quali può fare affidamento.
La FIA, nella figura di Jean Todt, non ha gradito l'opposizione della Ferrari e vorrebbe cercare di ottenere un abbassamento dei costi per quanto riguarda la vendita delle power unit ai clienti. Se questa diminuzione dovesse essere confermata, le scuderie potrebbero fare affidamento ad un regolamento più stabile (dal 2017 fino al 2020). Il presidente della Federazione Internazionale ha affermato che "l’implementazione dei motori ibridi ha gravato su tutti i team di Formula 1. Non possiamo nascondere che questo tipo di tecnologie sono quelle che servono al mondo ma è anche vero che le unità di potenza elettriche sono costate davvero tanto se prendiamo in mano i dati relativi alla ricerca e allo sviluppo. Se prendiamo l’esempio dei team più piccoli, oltre alla spartizione dei premi di fine stagione sfavorevole, hanno dovuto fare i conti con gli esosi costi delle power unit di ultima generazione, acquistati dai Costruttori per cifre davvero importanti".
Per questo motivo la FIA ha proposto ai team di bloccare il regolamento di Formula 1 almeno fino al 2020 e, secondo Jean Todt, l'ipotesi potrebbe diventare reale col benestare dei Costruttori: "Abbiamo promesso che i regolamenti saranno più stabili, per lo meno fino al 2020. Nel caso in cui questa misura li incoraggerà a ridurre il prezzo delle power unit ai propri clienti, sarò aperto per estendere il margine temporaneo di stabilità delle norme".