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A Mirafiori cassa integrazione per 5.000 operai

Lo stabilimento torinese sì fermerà per un periodo molto lungo, lasciando senza lavoro oltre 5.000 operai. Anche la produzione della MiTo sarà bloccato.
A cura di Eugenio Tinto
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Non si finisce mai di parlare del Gruppo Fiat, dopo le prime indiscrezioni su quel che sarà il piano industriale 2010-2014 del Lingotto, ecco giungere l’ennesima notizia o per meglio dire l’ennesima cassa integrazione. Stesso Fiat ha annunciato che lo stabilimento di Mirafiori resterà fermo per due settimane: nelle giornate del 22 e 23 aprile si bloccherà la produzione della linea Punto-Musa-Idea e quindi tutti gli addetti impegnati nel confezionamento dei prodotti Fiat, dal 26 aprile al 20 maggio, invece, si fermeranno tutte le produzioni.

Saranno 5.200 gli operai che rimarranno senza lavoro, soffrendo per una decisione che giunge in un momento nel quale Fiat altrove sembra godere di maggiori benefici e guadagni. Oltre alla linea Punto-Musa-Idea, resterà ferma anche la produzione della Alfa MiTo e della Fiat Multipla.

Ieri pomeriggio, dopo che erano trapelate le indiscrezioni sul piano industriale da presentare il 21 aprile e il secco no delle sigle sindacali, il segretario generale della Fiom Piemonte, Giorgio Airaudo si era espresso circa il sito di Mirafiori così: “Non credo che Mirafiori possa essere ulteriormente ridimensionata visto che è già notevolmente dimagrita dal 2000 a oggi. Mi auguro che ci sia un piano e che non sia quello di cui si parla oggi. Temo che sia solo la conferma di ciò che conosciamo e quindi di un ridimensionamento della Fiat in Italia nascosto da propositi di aumento dei volumi che solo il mercato potrà confermare. La crescita della produzione è affidata infatti a ipotesi di mercato di là da venire”.

Il pensiero espresso da Giorgio Cremaschi tende più a mettere in chiaro quale potrebbe essere la dinamica che muove la scelta della cassa integrazione: “Il piano Fiat è una vergogna che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà è che la Fiat comincia a lasciare l’Italia con una valanga di licenziamenti”. Più chiaro di così.

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