Fiat-Chrysler: Marchionne annuncia il piano Marshall anti-crisi
Eccole, le decisioni sul futuro Chrysler secondo Fiat. Erano attesissime da italiani ed americani e sono finalmente giunte nel pomeriggio di ieri, 5 novembre 2009. L’amministratore delegato Marchionne ha parlato senza sosta, iniziando alle 11.13 e chiudendo l’estenuante confronto con i giornalisti alle 20.
Il mercato preso a muro duro, questa la politica aziendale che Marchionne ha fatto sua da sempre, e lo conferma: “Non possiamo essere vittime di una processo di concorrenza, dobbiamo andare là e combattere. Non mi piacciono i mercati protetti, mi piacciano i mercati aperti. Lasciatemi combattere con la mia Chrysler”.
Il tutto per rilanciare la Fiat e salvare la Chrysler, scuotendola dal suo coma pre-mortem: attuare il più grande salvataggio aziendale nella storia dell’automobile, questo l’obiettivo. Insomma, medicina sperimentale per mali d’impresa.
La ricetta, intanto, impone azione e cantieri; impone progetti da scrivere e progetti da cestinare. Via allora le vetture considerate improduttive. Nel 2010 fuori dal listino Chrysler PT Cruiser e Jeep Commander; nel 2011 Dodge Dakota e, eventualmente ripresentabile l’anno successivo in una nuova versione, via la supercar Viper. Nel 2012 un commiato anche per Caliber, Jeep Patriot e Compass. Distinti saluti.
Fase distruttiva – “di pulizia”, secondo logiche imprenditoriali – da bilanciare con quella creativa: nel 2010 ammodernamento dell’Avenger, commercializzazione di un grande fuoristrada Dodge e, soprattutto, presentazione agli scettici statunitensi della Fiat 500, per loro ancora una scatoletta, ma fornita di un motore 1.4 MultiAir da 105 CV. Nel 2011 verrà lanciato un pick-up medio Ram.
L’anno successivo gli automobilisti potranno salutare l’arrivo delle compatte Dodge e Chrysler, nonché la versione sportiva della 500 – la Abarth 500 – e i primi veicoli commerciali, probabilmente Doblò e Ducato.
Macchine che vanno, macchine che arrivano; un via vai che, si spera, non creerà incidenti, ma che anzi raddoppierà le vendite fino 2,8 milioni di vetture entro il 2014, generando 3 miliardi di dollari di utile. Questi sono i traguardi di Marchionne, il quale assicura gli americani che, comunque, "non prenderà un altro solo dollaro dalle loro tasche”. I profitti avranno addirittura le radici: se generati negli Usa, negli Usa resteranno. Ma sia chiaro: l'architettura Fiat sarà nella metà dei modelli Chrysler, del resto, precisa Marchionne, "il Dna della Fiat è nel sangue e non c'è nulla da fare".
Gli italiani devono salvare gli americani dalla crisi: il soldato Ryan, dalla sua Abarth, dice “ciao”.