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Fiat-Chrysler: risanato il debito USA si punta al 70% del Gruppo

Secondo il rapporto presentato dalla casa automobilistica statunitense al Sec, l’autorità di controllo della borsa americana, dopo l’avvenuto risanamento del debito cumulato nei confronti del Governo Usa e di quello Canadese, Fiat potrà esercitare opzioni tali da permettere l’acquisizione del 70% di Chrysler.
A cura di Luigi Ruggiero
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Sede Fiat

Prosegue senza intoppi la scalata per l'acquisizione del Gruppo statunitense. Dopo l'annuncio di Sergio Marchionne (Amministratore Delegato del Gruppo Fiat), che prevedeva l'incremento delle quote di partecipazione dal 30% attualmente possedute, al 46% presto disponibili entro la fine del mese di giugno, tramite l'accordo fissato con Chrysler Group LLC e gli altri soci appartenenti all'azienda in merito alla risanazione del debito cumulato nei confronti del Governo USA e di quello Canadese, arrivano adesso ulteriori informazioni sui piani del Lingotto.

Dalla documentazione inviata da Chrysler alla Sec, l'autorità di controllo della borsa americana, si evince infatti, che dopo l'avvenuto rimborso del prestito pari 1.268 milioni di dollari erogato dai due Governi, Fiat non sarà più soggetta ai vincoli che precedentemente impedivano la totale partecipazione in Chrysler e che dunque si potranno esercitare opzioni tali da arrivare addirittura a spingersi al possesso del 70% di quote possedute.

Opzioni come l'incremento di un altro 5% nel caso in cui il Gruppo commercializzi negli USA un'auto (marchiata Chrysler) a basso impatto ambientale, con consumi di 40 mpg – 17 km/l (traguardo non difficile per il brand da quattro anni più ecologico d'Europa), oppure l'esercizio del 40% sull'attuale quota posseduta dall'United Auto Workers, sindacato dei metalmeccanici statunitensi che al momento detenie l'8% dell'intero capitale dell'azienda, la cui acquisizione potrà avvenire a partire dal 1 luglio 2012 fino al 31 dicembre 2016.

Da precisarsi inoltre, che nella documentazione trasmessa alla Sec, vengono anche ricordati alcuni dei diritti cui Fiat è ora entrata in possesso, quali la nomina della maggioranza del board Chrysler e la partecipazione alle votazioni necessarie per effettuare decisioni rilevanti come la vendita e/o il passaggio di asset, i probabili investimenti e le spese che superino i 250 milioni di dollari.

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