Fiat e Tata: l’asse Italia-India che abbassa i costi di produzione
Sembra sia tutto difficile senza Oriente. La Cina, ad esempio, è argomento quotidianamente presente sulle pagine di qualsiasi quotidiano. Recentemente il Sol Levante è rientrato nei nostri interessi per l'incredibile crescita del mercato automobilistico, nonché per l'interesse della Chery Automobiles nei confronti di Termine Imerese, poi negato.
E poi l'India. Non c'è low cost che non passi per il subcontinente indiano. Almeno così sembra. Di conseguenza non c'è casa automobilistica che non nutra un qualche interesse per l'Oriente. Ad esempio, da un po' di tempo l'indiana Tata collabora con la Fiat. Collaborazione in crescita, come fa notare il magnate Ratan Tata: "il rapporto tra Fiat e Tata è forte e in crescita, la nostra collaborazione si sta allargando ad altri modelli e siamo disponibili a lavorare con Fiat su ogni piattaforma e prodotto". Le dichiarazioni del giovane marchio indiano sono state rilasciate in occasione del vertice per il Forum Italia-India, con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola.
Circa la commercializzazione della Tata Nano, i termini per l'arrivo della piccola low cost indiana devono ancora essere precisati, poiché "Marchionne in questo momento è molto impegnato con Chrysler". E poi, dato che Termini Imerese era stata virtualmente consegnata ai cinesi, perché non chiedere agli indiani? Ma Ratan Tata è netto: dell'impianto "non so nulla".
Scajola ha inoltre consegnato a Tata l'onorificenza al merito di Grande Ufficiale della Repubblica italiana per i meriti nei settori dell'impegno economico.