Fiat ferma la produzione nel Centro-Sud. Il piano industriale comporta anche questo
La produzione di auto negli stabilimenti di Mirafiori, Termini Imerese, Sevel, Sata- Melfi, Cassino e Pomigliano, subiranno uno stop di due settimane. Il Gruppo di Torino prende questa decisione a seguito della mancanza di ordini già a partire dai primi giorni di gennaio.
Il segretario nazionale Uilm, Eros Panicali parla di segnali preoccupanti lanciati dal Lingotto sul futuro degli stabilimenti presenti al Centro-Sud: “Siamo preoccupati e non ce lo aspettavamo, è un segnale che fa riflettere dato che Fiat produce sul territorio nazionale meno macchine di quelle che potrebbero essere acquistate. Insomma, la casa torinese non ha problemi di sovrapproduzione, ma chiede la cig”.
Giovanni Centrella, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, osserva: “Da Termini a Pratola Serra in provincia di Avellino, a Pomigliano d'Arco: il cuore della nuova vertenza Fiat è nel Centro-Sud e nasce dalle scelte industriali del Gruppo in Italia, sono del parere che la prospettiva del tavole del 29 gennaio si debba necessariamente allargare a tutti gli stabilimenti del Lingotto. Nessuno può fare finta di non vedere il dilagare delle proteste di precari e lavoratori dell'indotto Fiat in tutto il Centro-Sud.
L’attesa per la conferma degli incentivi statali sembra quindi pesare sulle scelte aziendali di Sergio Marchionne e compari, anche se a leggere le previsioni verso il 2010 era apparso di intendere l’esatto contrario. Sarà, quindi, necessario far passare queste due settimane prima di intravedere qualcosa di più concerto.
Eugenio Tinto