Fiat, i sindacati pro-Marchionne pensano ad un’organizzazione unica
Svolta epocale in Fiat. Questa volta il cambiamento riguarda il fronte del sindacato. Pare siano in corso contatti e trattative fra le cinque organizzazioni firmatarie del contratto Fiat per la nascita di un sindacato unico. Le sigle in questione sono Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Ugl e Quadri. Si tratterebbe di un'organizzazione sul modello di quello tedesco (IgMetall) o americano (Uaw). Fuori da questa operazione è esclusa la Fiom. Il modello e punto di riferimento è il sindacato americano United Automobile Workers che è stato partner dell'amministratore delegato di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, nel risanamento delle fabbriche Usa coronato da oltre 20.000 assunzioni e un free cash flow (differenza fra incassi e spese) di tre miliardi di dollari nel 2014. L'Uaw è un sindacato aziendalista e sta per mettere in campo una serie di richieste molto pesanti nella trattativa per il rinnovo contrattuale Usa previsto in autunno.
Le indiscrezioni sul tentativo di far nascere nelle fabbriche del Lingotto un polo unico della rappresentanza emergono dopo che giovedì Marchionne ha messo sul piatto 600 milioni di euro in 4 anni per aumenti salariali fino a 10.700 euro per ogni operaio legati all'aumento degli utili, della produttività e della partecipazione alla vita aziendale.
Roberto Di Maulo, segretario Fismic, ha spiegato come gestire questa nuova fase: "La fabbrica Fiat è cambiata. Oggi, per semplificare, non è più l'azienda ma l'operaio che decide come usare l'avvitatore. Questo passaggic culturale obbliga il sindacato a cambiare marcia. Finita l'epoca della lotta al padrone, ma anche quella degli aumenti salariali basati sull'inflazione, ora si corre il rischio di una disintermediazione totale. Ovvero che Fiat costruisca un rapporto diretto con i lavoratori, saltando il sindacato".