Fiat, in arrivo un piano da 30 miliardi
Finalmente ci siamo. Sono in tanti ad attendere il 6 maggio per la presentazione del piano della FCA. Oggi Sergio Marchionne dovrà convincere centinaia di analisti e investitori americani a scommettere sulla sua azienda, che al momento è la più globale del mondo dell’auto. Nella sede Chrysler di Auburn Hills si conosceranno i nuovi modelli di macchina e il destino degli operai di Mirafiori, Cassino e Pomigliano. Tutto ciò si svolgerà a Detroit e non in Europa perché FCA vuole giocarsi le sue carte a all Street entro fine anno. Secondo i calcoli fatti prima della convention, Sergio Marchionne annuncerà un piano di 30 miliardi di euro da investire da oggi al 2018, di cui un terzo dovrebbe essere speso in Europa per finanziare soprattutto la ripresa dell’Alfa Romeo e un terzo andrebbe nel nuovo continente. Nelle terre di Colombo bisogna combattere la concorrenza sia al Nord che nel Sud e, per questo motivo, nei prossimi mesi sarà inaugurato il nuovo stabilimento brasiliano di Pernambuco. L'ultima razione degli investimenti finirà in Asia, più precisamente in Cina, dove verrà lanciata la nuova Jeep.Tra le cifre degli analisti di Automotive news si prevede il raddoppio delle vendite di Jeep che dovrebbero arrivare a 1,5 milioni, ma molto dipenderà dalla Renegade, il piccolo Suv prodotto a Melfi e in un prossimo futuro, insieme a Gac, anche in Cina. Altre cifre per l’Alfa Romeo. Sono previsti sei nuovi modelli prodotti in Italia di cui due prodotti a Mirafiori, due o tre a Cassino e uno a Modena, e verranno realizzati attraverso una nuova piattaforma che i tecnici hanno denominato "Giorgio". L'ultimo annuncio riguardante l’Italia è diretto al nuovo modello della gamma Panda, che non sostituirà quella attuale, ma l'affiancherà.
Guardando queste cifre è lecito domandarsi se la disponibilità economica di Marchionne è ben solida per poter riuscire ad affrontare questo piano senza ricorrere ad aumenti di capitale, ma fino a questo momento l’ad del Lingotto ha sempre risposto che un aumento non è necessario. Spunta un'ipotesi neanche troppo celata sulla conclusione del repoert di Marchionne: c'è l’ipotesi che l'ad si decida a quotare Ferrari o, addirittura, a vendere Alfa, anche se questa seconda prospettiva appare meno attuale rispetto al passato.