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Fiat, piano industriale domani a Palazzo Chigi

Per Sergio Marchionne domani sarà una giornata veramente speciale, nella quale proverà a metter luce su una situazione che al momento sembra fortemente compromessa.
A cura di Eugenio Tinto
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La Fiat alla fine presenterà il suo piano industriale domani a Palazzo Chigi, al di là di ogni difficoltà, al di là di ogni possibile reazione. Nei giorni scorsi si era sparsa la notizia, messa in giro da una fonte autorevole, che l’appuntamento potesse slittare a causa dell’aggressione subita dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Beh, tali ipotesi è caduta, per fortuna senza conseguenze. Allora tutto confermato, presentazione, Sergio Marchionne, e anche il drappello di operai pronti a manifestare a Piazza Colonna per far sì che la loro voce venga ascoltata, che gli stabilimenti presenti al sud, soprattutto Termini Imerese, rimangano aperti e soprattutto operativi.

Quello che non si sa ancora è l’orario in cui verrà presentato il nuovo piano e la presenza del Premier, ma è un dettaglio.

Da Parlermo, intanto, giunge la notizia che dalla stazione alle 23 partita stasera un treno diretto a Roma con circa 400 operai della Fiat e dell’indotto pronti a protestare. Gli operai, da quanto si apprende, non saranno soli in quanto a fare da eco alle loro proteste avranno la cassa di risonanza delle Istituzioni locali. Hanno confermato la loro partecipazione il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, che sederà al tavolo della trattative a Palazzo Chigi, nonché i consiglieri comunali che si riuniranno in una seduta straordinaria a Roma.

Con loro ci sarà anche Raffaele Lombardo, governatore della Regione Sicilia. La voce grossa, in questo quadro fatto di colori chiari e profonde chiazze scure, viene fatta dal portavoce del sindacato UGl, Renata Polverini, che pretende dal Lingotto la restituzione di quanto la stessa Casa di Torino ha ricevuto dal paese in termini di benefici, altrimenti per la Polverini è tempo di “fare una battaglia”.

Parole queste che non servono di certo a stemperare gli animi e non aiutano neanche a fare chiarezza su un quadro dove troppi hanno detto la loro, senza vederne i risultati concreti.

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