Fiat: scalata su Chrysler, possibile trasferimento negli USA
Non terminano i rumors che in questi giorni hanno preso di mira la Fiat. Dopo la fuga di notizie sullo smentito accordo con Daimler, secondo l'agenzia inglese Reuters, che ha pubblicato un dettagliato report, il Lingotto sta valutando la seria intenzione di trasferire la testa del gruppo negli Stati Uniti, più precisamente a Detroit dove presiede la sede principale dell'azienda Chrysler.
Secondo quanto definito da Reuters lo spostamento dovrebbe verificarsi dopo la probabile Ipo nei confronti di Chrysler, in quanto negli States la casa automobilistica andrebbe a versare ben il 40% in meno di tasse nelle tasche dello Stato, con ovvi benefici economici a livello di introiti. Attualmente infatti, in Italia il Lingotto versa il 70% di tasse contro il 30% di Chrysler, in termini strettamente matematici è facile capire verso quale punto possa pendere l'ago della bilancia.
Nel frattempo, la Fiat cerca di placare gli animi in previsione dell'assemblea di bilancio che si terrà il 30 marzo, e lo fa attraverso le parole dell'amministratore delegato Sergio Marchionne che torna a far presente che le voci che corrono in questo periodo sono di vecchia datatura, poichè allo stato attuale il gruppo è impegnato piuttosto nel risanamento di Chrysler, in modo da aumentare la propria quota d'appartenenza all'interno dell'azienda di Detroit.
"Solamente quando ci saranno due entità legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porrà evidentemente un problema di governance" dichiara l'amministratore. Discorso diverso invece per quanto riguarda le sedi operative, dato che al momento Fiat è impegnata nel presidiare mercati di riferimento come Italia, Stati Uniti, Brasile e ben presto anche Asia, si necessita quindi di diverse diramazioni poste in ogni luogo sopra citato con a capo una sede principale che ne possa manovrare tutte le possibili attività.
Come prima candidata si pone sopra le altre sicuramente Torino, almeno per quanto riguarda le fila dell'Europa, stando al resto invece Fiat è stata molto attenta a non divulgare notizie al riguardo, anche se Marchionne ha fatto presente due elementi di fondo che saranno sicuramente importanti ai fini della scelta:
"Il primo è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia".
Conclusa la scalata al 51% di Chrysler (di cui attualmente la Fiat possiede il 25%), che dovrebbe concludersi entro il 2011 (mercato estero permettendo), non è da escludere quindi un possibile trasferimento della testa dell'azienda negli States. Anche se il direttore finanziario di Chrysler, Richard Palmer, ha tenuto a precisare che al momento ai vertici sono impegnati in un piano di risanamento e prima che possa succedere qualcosa di significativo la società debba chiudere alcuni trimestri in nero segnando svariate perdite, pur non nascondendo un interesse di fondo.