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Iniziano le visite dei potenziali compratori del sito di Termini Imerese

Sono iniziati i sopralluoghi all’interno del sito siciliano della Fiat dei potenziali acquirenti, massimo riserbo sulle loro identità ma si parla di Cimino, Rossignolo e dell’azienda cinese Faw.
A cura di Eugenio Tinto
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C’è fermento intorno al sito siciliano di Termini Imerese, i primi a cogliere l’invito dell’advisor del ministero dello Sviluppo Economico sono stati gli uomini della Cape che fa capo a Simone Cimino, mentre gli altri ospiti che faranno visita allo stabilimento saranno i componenti del gruppo dell’industriale Gianmario Rossignolo e dell’azienda automobilistica cinese Faw.

Giuseppe Scaturro, manager responsabile del progetto Sunny Car alla fine della visita ha tenuto a precisare: “Abbiamo solo colto l’opportunità concessaci da Invitalia con l’idea di non precluderci nessuna opzione. Adesso sarà fondamentale capire quali sono le condizioni che Fiat imporrà a chi sarà prescelto a subentrare”. Il manager tiene a ribadire che qualora non ci sia il placet da parte del Gruppo Fiat, la Cape ha già pronte valide alternative: “Abbiamo le forze e gli strumenti per andare avanti anche in caso di mancata assegnazione del sito o di scarsa convenienza. A Termini abbiamo individuato aree alternative già virtualmente a disposizione per cominciare la nostra attività”.

C’è chi invece, come Roberto Mastrosimone della Fiom-Cgil, non ritiene la figura e la proposta della Cape di Cimino utile per salvare le sorti di Termini Imerese: “Cimino non può rappresentare la soluzione ai nostri problemi. La sua iniziativa può essere un progetto aggiuntivo, ma non sostitutivo a quello della produzione automobilistica convenzionale. Questa sua intraprendenza rischia di creare confusione e vanificare soluzioni più vicine alle esigenze dei 2.200 dipendenti di Termini. Va bene pensare all’auto del futuro, ma servono soprattutto soluzioni immediate che tutelino i lavoratori e le loro famiglie”.

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