Fiat, Termini Imerese: Tata vuole mettere le mani sullo stabilimento siciliano
In principio ci furono le parole di Sergio Marchionne sul futuro di Termine Imerese, parole che lasciavano intendere che per lo stabilimento siciliano del Gruppo Fiat c’erano ben poche speranze di continuare ad essere un anello della catena produttiva. Un anello attivo.
Per le necessità industriali della casa del Lingotto lo stabilimento di Termini Imerese costituisce una zavorra, a causa della propria posizione così poco concorrenziale con il resto del mercato globalizzato. Da qui l’esigenza di liberarsene, di cercare nuovi clienti per poter cedere questo storico stabilimento.
I primi a farsi sotto come interessati all’acquisto di Termini Imerese furono i cinesi della Chery, che poi smentirono il loro interessamento. Dalle colonne del Business Standard si legge che sia la Tata e sia la Mahindra & Mahindra si sarebbero fatte avanti per prelevare lo stabilimento in questione. Tra la Fiat e il Gruppo Tata va ricordato che esiste già un accordo per produrre direttamente sul suolo indiano la Palio, la Linea e la Grande Punto.
Un nuovo capitolo si sta scrivendo nella lunga vicenda chiamata Termine imerese,che vedrà la fine il 22 dicembre, giorno nel quale la Fiat presenterà il suo piano industriale. Quel giorno si saprà se Sergio Marchionne ha ascoltato le voce dei sindacati, che premono per un piano industriale salva-Italia, e soprattutto se ha accolto la richiesta del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, di continuare a tenere attiva la produzione di automobili sul territorio nazionale.
Eugenio Tinto