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Fiat trova l’accordo: per 2,7 milioni di Jeep il richiamo sarà volontario

Fiat e Nhtsa si erano scontrati sull’opportunità di ritirare o meno 2,7 milioni di Chrysler prodotte tra il 1993 e il 2007. Alla fine l’accordo è stato trovato, ma, fa osservare la Chrysler, non è possibile adottare le misure di sicurezza odierne a modelli degli anni Novanta.
A cura di Redazione Motori
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Tra Fiat e Nhtsa (National Higway Traffic Safety Administration) l'accordo è stato trovato. L'agenzia americana per la sicurezza stradale aveva segnalato la presenza di un problema legato al serbatoio di 2,7 milioni di Jeep, tra Grand Cherokee e Liberty. Il ritiro delle Chrysler era stato respinto dalla Fiat, che, all'epoca della produzione dei modelli "incriminati", non era proprietaria del marchio di Detroit. Il Lingotto, infatti, aveva fatto sapere di non condividere "le conclusioni della Nhtsa e non intende richiamare i veicoli citati nell’inchiesta. I veicoli in oggetto sono sicuri e privi di difetti". Risposta della Nhtsa? Sono almeno 51 le persone morte per il problema del serbatoio.

Intanto la Fiat sta portando avanti il suo progetto di acquisire il 100% della Chrysler e di quotarsi in borsa. Un muro contro muro non sarebbe la strategia vincente sia per tenere un clima disteso con il governo americano, sia per questioni di immagine in vista di una quotazione in borsa. La parte avversa, in ogni caso, è un ente la cui "mission" è la sicurezza stradale. L'accordo dunque è stato trovato sulla formula del richiamo volontario. I proprietari di Grand Cherokee del 1993-2004 e di Liberty del 2002-2007 potranno portare i propri esemplari alle officine dell'azienda, le quali si faranno carico dei lavori necessari per mettere in sicurezza le vetture. Da casa Chrysler una cosa, però, l'hanno fatta notare: non è possibile estendere i canoni di sicurezza odierni ad auto prodotte 20 anni fa.

[Foto da Wikipedia]

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