Formula 1, Ecclestone: “Non c’è ragione perché ricompri la F1″
Chi lo conosce, sa che è fatto così. Un giorno dice una cosa, il seguente potrebbe affermare tutto il contrario. Bernie Ecclestone due settimane fa aveva lasciato intendere di stare valutando la possibilità di comprare la Formula 1, ma oggi è arrivata la smentita. Ecclestone ha dichiarato al Telegraph, negando però di voler estendere il suo 5,3% di quote: "L'ultima cosa che Donald (Mackenzie) vuole fare è uscire, ma penso che per il modo in cui la società è strutturata, alla fine dovranno farlo. Non sto dicendo che non succederà mai, ma che per me non ha alcun senso farlo al momento". Tutta questa bufera è causata dalla Cvc che deve vendere la sua partecipazione nella Formula 1 (che si attesta oggi al 35% della Delta Topco) entro dieci anni dall'acquisizione, che risale ormai al 2005, con una possibile estensione al massimo di altri tre anni. Senza il parere favorevole della maggioranza, la Cvc dovrà uscire dalla Delta Topco entro il prossimo luglio, dopo anni in cui la società di private equity è riuscita a guadagnare oltre 3 miliardi di dollari dalla Formula 1. Secondo il Guardian, la società di private equity londinese ha intenzione di chiedere a Ecclestone di farsi da parte qualunque sia l'esito del processo Gribkowsky: indiscrezioni che cozzano con quanto dichiarato dallo stesso Ecclestone a La Gazzetta dello Sport nei giorni scorsi. Infatti l'obiettivo della Cvc è quello di liberarsi del patron del circus che è visto come un ostacolo per la futura crescita della Formula 1: oltre ai continui scandali legati alle sue continue apparizioni in aule di tribunale, c'è la sua concezione del business ancorata a modelli economici parzialmente superati, ad esempio, dall’evoluzione dei nuovi media. A questo punto la domanda sorge spontanea: la Cvc deve vendere, ma a chi?