Formula 1: Luca Cordero di Montezemolo e le sue impressioni sul caso Schumacher
In realtà non è la prima volta che il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo prende la parola e dice la sua sul caso Schumacher e sul suo rientro in Formula 1, argomento che più di tutti tiene banco in questo periodo nella giostra del grande Circus. Alla tradizionale conferenza stampa che si svolge ogni fine anno, il presidente tifoso Luca Cordero di Montezemolo non ha nascosto la sua delusione, la sua amarezza per quel che si sente dire su Michael Schumacher in questi giorni.
Le sue sono parole di un uomo sorpreso, di un ultras ferito da un campione, da quel Michael Schumacher che aveva affermato che sarebbe rimasto ferrarista a vita. Si sa queste sono parole destinate a lasciare il tempo che trovano, un tempo minimo vittima del denaro più che degli stessi sentimenti dei piloti.
Per il presidente della Ferrari non è il vero Michael Schumacher a voler tornare in pista, ma il suo fratello gemello convinto da chissà quale sirena: “Gli feci tornare io la voglia di correre quando Massa si fece male in Ungheria. Ci pensò per 10 minuti e poi accettò, andando a fare dei giri al Mugello, grazie alla sportivita di Frank Williams. Il 9 agosto mi telefono da una clinica tedesca e per la prima volta lo sentii davvero addolorato: mi disse che la frattura al collo, procuratosi in moto, non si era saldata e che quindi doveva rinunciare. Era sincero. Ad Abu Dhabi, all’ultima gara, gli ho accennato dell’eventualita di schierare per lui una terza macchina: "Ma io non posso guidare sino a Natale", disse. Adesso questa rinnovata voglia di correre si e trasferita al… gemello”.
Nel suo discorso la lucidità dell’uomo d’affari lascia il campo all’irrazionalità del tifoso ferito di cui sopra: “Se tornerà davvero in pista? Gli ho parlato ieri al telefono, mi ha detto che pensa che il suo gemello lo farà. E noi al gemello non potevamo offrire niente perché abbiamo gia due ottimi piloti, i migliori. Quindi in bocca al lupo e buon lavoro, senza dimenticare niente di quello che lui ha fatto per noi, ma neanche di ciò che lui ha avuto da noi. Da un lato capisco il suo desiderio, le pressioni Mercedes, il contorno. Dall’altro sono stupito e mi farà effetto vederlo su un’altra macchina. Comunque sono sicuro che possa far bene, anche se teoricamente da 35 a 41 anni possono esserci differenze”.
Alla fine del suo discorso il Presidente Montezemolo non ha nascosto le ambizioni del prossimo anno: “non temo nè l’accoppiata Schumi-Brawn, nè quella Hamilton-Button. Se daremo ad Alonso e Massa una buona macchina, vinceranno. Schumacher a Monza, rinnovando con noi il contratto di consulenza per la produzione, aveva detto di avere sposato la Ferrari per la vita, che la Ferrari era la sua famiglia. Mah!”.
Eugenio Tinto