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Fusione La Stampa-Secolo XIX, FCA controllerà il 77% di Italiana Editrice

Le famiglie proprietarie delle case editrici hanno deciso di unire la gestione delle due testate: il gruppo guidato da Marchionne con sede legale in Olanda avrà il comando.
A cura di Vito Lamorte
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La notizia è di qualche giorno fa: Editrice La Stampa e Sep, Società Edizioni e Pubblicazioni, hanno trovato l'intesa per la nascita di Italiana Editrice. Si tratta di una partecipata al 77% da Fiat e al 23% dalla famiglia Perrone. Italiana Editrice sarà presieduta da John Elkann mentre Carlo Perrone assumerà l'incarico di vice presidente. Nella nota diffusa si legge che l'operazione darà vita ad un nuovo gruppo editoriale, in grado di offrire contenuti innovativi su carta e in digitale. La base di partenza è il forte radicamento nell'area Nord Ovest della penisola delle testate "La Stampa" e "Il Secolo XIX" che continueranno a uscire separatamente in edicola, con un progetto di integrazione basato sulla valorizzazione degli investimenti effettuati nel tempo e sulla creazione di un nuovo protagonista del panorama editoriale nazionale. Dopo l'approvazione della fusione tra Fiat e Chrysler avvenuta durante l'ultima assemblea al Lingotto ecco arrivare la prima novità per il gruppo.

John Elkann, dopo l'annuncio della nascita di Italiana Editrice Spa, ha dichiarato: "Il settore dell'informazione sta attraversando profondi cambiamenti, in tutto il mondo e anche in Italia: non si tratta di una crisi passeggera o di un aggiustamento, ma di una rivoluzione di sistema senza ritorno". Sempre Elkann ha preseguito nel suo intervento dicendo: "Da un lato il processo di digitalizzazione ha cambiato radicalmente il modo in cui le informazioni sono raccolte, elaborate e offerte ai lettori. Informarsi e condividere opinioni su ciò che accade intorno a noi è diventato oggi più facile, veloce e molto gratificante. Dall'altro, i modelli economici su cui si è basata l'attività editoriale fino ad oggi incontrano crescenti difficoltà: il calo delle copie vendute, la contrazione dei ricavi pubblicitari e la necessità di accompagnare l'attuale fase evolutiva con adeguati investimenti industriali stanno mettendo a rischio l'equilibrio finanziario delle società editrici, che devono dunque impegnarsi per trovare nuove soluzioni".

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