Giovani piloti italiani crescono ma senza Formula 1
Per entrare in Formula 1 senza troppi se e senza alcun ma è consigliabile farlo partecipando, sempre se è possibile, ai programmi Junior come quelli sponsorizzati da Renault, Red Bull e Toyota.
Una speranza che hanno nutrito senza troppo nasconderlo i tre italiani presi in cura e messi a crescere dai tre marchi su citati: David Valsecchi selezionato dal Renault Drivers Development, Andrea Caldarelli nel Toyota Driver Program e Mirko Bortolotti nel Red Bull Junior Team.
Una speranza che per i tre si è rivelata vana, ma vediamo come sono andate le cose. Per Caldarelli le cose si sono messe subito male, la Toyota, infatti, ha chiuso il programma giovani lasciando il pilota italiano appiedato a poche settimane dai test che si sono svolto a Jerez lo scorso dicembre.
Per David Valsecchi il suo futuro in Renault non sembra affatto roseo, sia per le vicende legate a Flavio Briatore sia perché il marchio ha ceduto ben il 75% delle proprie azioni alla Genii Capital, delegando in pratica il gruppo lussemburghese nelle scelte tecniche e di mercato.
Per il trentino Mirko Bortolotti le cose sono andate un po’ peggio: consumata con entusiasmo la possibilità di testare la Toro Rosso nei passati test di Jerez, il trentino però non ha convinto il responsabile degli Junior Red Bull Helmut Marko dopo un test deludente con il team Signature di Formula 3. Per lui si sarebbe di nuovo riaperte le porte della Formula 2, cosa che di fatto Bortolotti non ha gradito, rompendo in modo definitivo con la Red Bull.
Il buio è calato, non ci resta che illuminarci d’immenso con i pochi piloti italiani rimasti in Formula 1.
Eugenio Tinto