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Giovani uomini alla guida, più distratti delle donne

Età, genere e personalità predicono il rischio di guida distratta. Lo rivela uno studio norvegese sulla relazione tra intenzioni e comportamenti alla guida.
A cura di Valeria Aiello
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Giovani uomini alla guida, più distratti delle donne

Una nuova rivela che età, genere e personalità possono essere legate alla frequenza con cui ci si distrae alla guida. Lo studio, recentemente pubblicato su Frontiers in Psychology, ha provato che i giovani, le persone estroverse o nevrotiche e le persone che guidano più spesso hanno maggiori probabilità di essere distratte alla guida, mentre le donne, soprattutto se un po’ più adulte, e coloro che sentono di poter tenere sotto controllo le distrazioni, sono soggette a meno disattenzioni. Primo nel suo genere, lo studio assume assoluta rilevanza se si considera che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) stima che ogni anno sono oltre un milione le persone uccise in un incidente stradale, e che secondo  dati della National Highway Transportation Safety Administration (Nhtsa), due soli secondi di distrazione, per un segnale acustico insistente del cellulare o semplicemente per cambiare stazione radio, causano più del 12 per cento degli incidenti automobilistici di tutto il mondo, il 14 per cento nei soli Stati Uniti.

Giovani uomini alla guida, più distratti delle donne

Condotto dall’Institute of Transport Economics in Norvegia, lo studio ha esaminato personalità e abitudini di centinaia di liceali e adulti, tra uomini e donne, rappresentativi della popolazione norvegese, somministrando loro appositi questionari. I risultati hanno permesso di rilevare che i conducenti più inclini alla distrazione sono quelli che guidano più spesso e quelli con personalità nevrotiche ed estroverse. Dalla ricerca è inoltre emerso che le persone che ritenevano che guidare in modo distratto fosse socialmente accettabile, o di poter controllare le distrazioni, sono state le più inclini a segnalare le distrazioni alla guida, mentre le donne più adulte e le persone che ritenevano di poter controllare il proprio comportamento alla guida, sono state anche quelle meno propense a segnalare le distrazioni. “Ci sono alcune forti differenze tra le persone in quanto sono distratte nella vita di tutti i giorni, mentre alcune variabili necessitano di ulteriori ricerche” spiega l’autore dello studio Ole J.Johansson “Ulteriori interventi potrebbero concentrarsi sui gruppi a rischio, come i giovani maschi con una guida non attenta e una bassa convinzione di poter controllare la distrazione”.

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