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GP Austria, Mattiacci: “Ferrari deve abbracciare la cultura del rischio”

In un’intervista rilasciata ieri a Gianfranco Mazzoni alla vigilia della gara di Spielberg, il team principal della Ferrari ha parlato di Domenicali e del futuro della Ferrari.
A cura di Vito Lamorte
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Non è andata benissimo neanche in Austria ma sembra che qualcosa si stia muovendo. La Ferrari non è andata oltre il quinto posto con Fernando Alonso che è stato anche primo per qualche giro, a causa delle strategie pit stop delle altre scuderie, ma non è riuscito a restare attaccato al podio. Raikkonen troppo staccato e con problemi alla monoposto è sempre più un'incognita e anche lui non sa più commentare questa situazione. Gianfranco Mazzoni ha intervistato il team principal della Ferrari, Marco Mattiacci, che durante il Gran Premio d'Austria ha dovuto assistere all’ennesima giornata grigia del Cavallino. L'intervista è partita dall'avvicendamento con Stefano Domenicali e sul suo approccio al mondo Ferrari: "Sono grande amico di Stefano, siamo cresciuti insieme, ognuno ha il suo approccio, fa analisi e definisce la guida da prendere con le persone. Sottolineo che lui è stata una persona di successo in Ferrari, io ho il mio approccio non so se duro o morbido, ma ho la mia filosofia nella gestione". Poi si torna all'attualità e Mattiacci è molto realista: "Un dato di fatto dal quale partire è che i nostri competitors stanno facendo meglio di noi: prima di tutto, dobbiamo guardare dove sono più bravi, poi, internamente, quali sono le nostre aree di debolezze e lavorarci".

Toto Wolff ha affermato che per vedere i frutti del lavoro di Mattiacci ci vorranno almeno due anni. Il team principal Ferrari non si è posto delle scadenze e ha dichiarato: "Devo portare disciplina, lavoro, sono cosciente che per tornare ai vertici e costruire un team giusto serve tempo, ciò che facciamo oggi nel 2014 è propedeutico ai successi che costruiremo in futuro. Le prime decisioni sono di gestire, organizzare e muovere la gestione con delle filosofie sportive, che sono guidate da un solo criterio: generare performance a 360°, non solo in pista. Quindi velocizzare processi decisionali, creare integrazione tra aree di lavoro, aprirci al mondo. Il segreto del successo è essere avanti agli altri anticipandoli anche nelle competizioni nei prossimi 24 mesi".

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