Gp delle Americhe: Marquez prolunga il suo regno texano. Finalmente si rivede Iannone
Nessuna sorpresa. Per il sesto anno consecutivo a trionfare nel GP delle Americhe sul circuito di Austin è Marc Marquez e la sua Honda. Alle spalle del cabroncito l'altro catalano Maverick Vinales che precede la vera sorpresa del week end, vale a dire Andrea Iannone, al primo podio in Suzuki. Quarto Valentino Rossi che taglia il traguardo davanti ad Andrea Dovizioso che si prende però la testa provvisoria del mondiale. Tanti dunque i momenti da ricordare di questo Gran Premio delle Americhe, così come altrettanti quelli che invece vanno dimenticati in fretta. Ecco il meglio e il peggio della gara texana della MotoGP.
Top, chi può sorridere e perché
Marquez ad Austin fa gara a sé
Su questa pista non ce n'è per nessuno: che parta dalla pole o venga retrocesso (è partito dalla quarta casella per aver ostruito Vinales nelle qualifiche) il risultato non cambia. Al COTA, ad Austin, Marc Marquez e la sua Honda non hanno rivali e per il sesto anno consecutivo centra il successo nel GP delle Americhe. Se vogliamo, l'unica sorpresa è che per un giro, il primo, non è stato in testa alla corsa.
Finalmente Iannone
Dopo aver assistito alle ottime prove del compagno di scuderia Alex Rins, ad Austin il protagonista di casa Suzuki è invece Andrea Iannone che dopo una buona qualifica ed essersi preso la testa della corsa in partenza si è visto superato dal "padrone di casa" Marc Marquez rendendogli però, almeno per qualche giro, la vita complicata. Alla fine chiuderà 3° dovendo arrendersi alla Yamaha di Maverick Vinales, ma con un podio che fa ben sperare in vista del futuro. Finalmente Andrea Iannone anche in Suzuki.
Vinales
Dopo due gare non all'altezza, ad Austin si rivede il Maverick Vinales versione 2017. Il catalano partito dalla pole si prende il primo podio della stagione con la seconda posizione alle spalle dell'imprendibile Marc Marquez. Per la prima volta in questo 2018 il numero #25 della Yamaha riesce a mettere la sua M1 davanti a quella del compagno di scuderia Valentino Rossi, comunque ottimo 4°, dall'inizio alla fine della gara. Sembra che l'ex Suzuki stia ritrovando il feeling con la sua moto e se dovesse ritrovare le stesse sensazioni dello scorso avvio di stagione potrebbe riservare molte sorprese nel prosieguo del Mondiale.
Flop, cosa dimenticare e in fretta
Lorenzo ancora nelle retrovie
Per quanto si tratti di una pista molto complicata per la Ducati, non può essere archiviata come positiva la gara di Jorge Lorenzo. Dopo aver fatto vedere in qualifica di avere su questo circuito un maggior feeling con la Desmosedici rispetto al compagno Andrea Dovizioso, lo spagnolo in gara non riesce mai a trovare il passo per essere competitivo costretto a stare dietro non solo all'altro alfiere della casa di Borgo Panigale, ma anche al convalescente Pedrosa (in pista ad una settimana dall'operazione al polso) e addirittura anche a Rabat sulla vecchia Ducati.
Crutchlow non ripete
Dopo la bella vittoria in Argentina, ad Austin Cal Crutchlow non si ripete. Anzi. Il britannico del team Cecchinello parte bene ma poi si vede superare da Valentino Rossi, da lì comincia una serie di errori, soprattutto in staccata, culminata con la scivolata che ne compromette l'intera gara costringendo a ripartire dal fondo del gruppo.
Rins: gara da dimenticare
Questa volta Alex Rins, grande protagonista nelle prime due gare della stagione, non può far altro che assistere allo show del compagno Andrea Iannone sempre in lotta per il podio. Lo spagnolo infatti mai nel vivo della corsa si fa notare solamente per una caduta quasi da fermo che rischia di creare problemi agli avversari costretti ad evitare la sua Suzuki rimasta pericolosamente al centro della curva.