GP di Gran Bretagna story, 1988: sotto la pioggia l’unico show di Senna a Silverstone
In questo week end la Formula 1 sarà di scena in uno dei circuiti che hanno fatto la storia del campionato mondiale delle quattro ruote. Scorrendo l’albo d’oro delle GP di Gran Bretagna tra i tanti campioni che hanno tagliato per primi il traguardo risulta evidente come quella di Silverstone non sia stata una pista amata da tutte le leggende di questo sport. Infatti se Alberto Ascari, Jack Brabham, Jim Clark, Jackie Stewart, Niki Lauda, Alain Prost, Nigel Mansell, Michael Schumacher e lo stesso Lewis Hamilton sono usciti vincitori più di una volta dal Gran Premio d’Oltremanica, fa specie vedere il nome di Ayrton Senna, così come quello di Juan Manuel Fangio e Sebastian Vettel, comparire in una sola occasione tra i trionfatori di Silverstone. Si tratta dunque di uno dei tracciati meno amati dal brasiliano ma che è riuscito a dominare solo il 10 luglio del 1988.
Una pole a sorpresa
Per la prima volta nella stagione la pole position non fu conquistata da un pilota della McLaren vera e propria dominatrice delle prime sette prove del Mondiale. A interrompere il monopolio del team inglese fu Gerhard Berger a bordo della Ferrari che in qualifica centrò il miglior tempo davanti al compagno di squadra Michele Alboreto. Ayrton Senna e Alain Prost, compagni di scuderia ma rivali, si dovettero accontentare invece della seconda fila con il brasiliano a precedere il francese. Alle loro spalle le sorprendenti March di Mauricio Gugelmin e Ivan Capelli.
Berger resiste 14 giri, poi Senna fa il vuoto
La gara però, come spesso accade a Silverstone, fu condizionata dalla forte pioggia che accompagnò tutta la durata della corsa. Al via l’austriaco del Cavallino riuscì a mantenere la testa, difendendosi dall'arrembante partenza di Senna che si piazzò comunque negli scarichi della creatura della casa di Maranello sopravanzando Alboreto. Prost invece scattò male dalla griglia, perdendo posizioni e ritrovandosi immischiato nella bagarre di centro gruppo. Dopo 14 giri però il brasiliano si sbarazzò di Berger prendendosi il comando della corsa, conquistando dunque la prima posizione che manterrà poi fino alla bandiera a scacchi. Dietro di lui si mise in evidenza il “padrone di casa” Nigel Mansell che, dopo esser partito 11°, fu autore di una grande rimonta che lo portò ad avere la meglio nel “triello” con la Benetton di Alessandro Nannini e la March di Gugelmin, per poi superare entrambi i piloti della Ferrari (tutti e due costretti al ritiro perché rimasti senza benzina nelle ultime fasi di gara) e portandosi quindi al secondo posto. Il podio fu completato da Nannini, al primo podio in Formula 1, che riuscì a tenere a bada Gugelmin che finì invece quarto centrando i primi punti iridati in carriera. Alain Prost, che come già detto si trovò in difficoltà sin dall'inizio, abbandonò al 24° giro la contesa in quanto, a suo dire, la sua McLaren era «inguidabile».
L’unica perla di Ayrton a Silverstone che vale però un tiolo iridato
Fu quella dunque l’unica vittoria di Ayrton Senna nelle sue 10 apparizioni nel Gran Premio di Gran Bretagna nelle quali riuscì a salire sul podio solo in altre tre occasioni. Ma quell’unico successo fu determinante ai fini del Mondiale, dato che in quella stagione il brasiliano, con 8 vittorie e ben 13 pole (all'epoca record assoluto), riuscì a coronare il sogno di aggiudicarsi il primo titolo Mondiale di Formula 1, pur ottenendo meno punti del rivale Prost, grazie al sistema degli scarti, che imponeva di considerare validi per la classifica iridata soltanto i migliori 11 piazzamenti.