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GP USA, Hembery: “Con medie e soft ci aspettiamo due soste”

Con le sue 20 curve e diverse variazioni altimetriche, Austin è un tracciato davvero impegnativo. Dopo gli Stati Uniti le squadre si sposteranno direttamente in Brasile per gareggiare il 9 novembre a Interlagos, circuito per il quale è stata fatta la stessa scelta di mescole: media e soft.
A cura di Vito Lamorte
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Ci si avvia verso il Gran Premio degli Stati Uniti e non si può non parlare degli pneumatici che verranno utilizzati ad Austin. Il circuito delle Americhe è uno dei tracciati più recenti della Formula 1, essendo stato inaugurato solo nel 2012, e per per la prima volta Pirelli ha deciso di portare qui le mescole medie e morbide. Questa scelta è stata fatta perchè la pista è caratterizzata da tre lunghi rettilinei e da numerose curve tecniche, quindi bisognava cercare di rispondere a tutte le richieste. Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli, ha voluto spiegare la scelta della casa milanese: "L’America è un mercato chiave per Pirelli. Quindi siamo davvero felici di tornare a Austin che, oltre ad essere una grande città, è anche un posto fantastico per gareggiare. La pista ha ormai tre anni, per cui dovrebbe offrire teoricamente una maggiore aderenza rispetto agli anni precedenti. Con le gomme medie e soft ci aspettiamo due soste, ma dovremo aspettare le prove libere per confermare le nostre previsioni. Molto dipenderà dalle condizioni atmosferiche. Anche se la gara si svolge nel mese di novembre, sono attese condizioni calde ma variabili: il degrado termico sarà, quindi, un fattore importante. Quanto questo influenzerà il degrado generale e l’usura, e quindi la strategia di gara, alla luce anche della nuova generazione di vetture di quest’anno, lo scopriremo solo lì. Negli anni scorsi si è rivelata sempre vincente una strategia ad una sosta, anche perché la gara arriva relativamente tardi nella stagione, quando ormai la maggior parte delle squadre ha capito come ottenere il massimo dalle gomme".

Anche Jean Alesi, consulente tecnico Pirelli, ha parlato del circuito americano: "Quello di Austin è soprattutto un circuito eccitante per i piloti. La frenata al termine della salita dopo i box e il suo tornantino a sinistra offrono possibilità di attacco. Anche le ‘esse’ che seguono consentono linee diverse e possibilità di inventarsi qualcosa nell’ottica dell’attacco a un concorrente. E’ un tracciato non noioso: le possibilità per superare ci sono e questo è un dato tecnico che già di per sé è garanzia di Gran Premi interessanti. Ad Austin c’è poi da tenere presente un altro dato tecnico importante: la notevole variazione di temperatura che vi si può incontrare. Negli anni passati, al mattino presto ha fatto anche parecchio freddo; ma con il sole si può arrivare all’ora delle qualifiche con molto caldo in pista. Questo può rendere complesso individuare la finestra ideale di utilizzo del pneumatico: una sfida, per team e piloti, che si aggiunge alle tante già presenti su ogni circuito".

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