Grave dopo un incidente a causa del casco: ditta italiana condannata a maxi risarcimento
Nel 2008, Charles Duffy III subì un gravissimo incidente durante una gara di motocross in Florida: il pilota si schiantò sul suolo, battendo la testa violentemente e la moto atterrò sul suo corpo provocando forti danni, anche permanenti. La vita di Charles è cambiata molto dopo la terribile caduta e la vicenda si è protratta in tribunale con una lunga causa che si conclude solo oggi. La Axo sport di Treviso, la ditta produttrice del casco indossato dal pilota, è stata condannata a pagare circa 1 milione e mezzo di dollari.
Oltre 1 milione di dollari. In seguito all'incidente, Charles Duffy III subì gravi danni permanenti e la famiglia aveva fatto causa alla Nosa inc., l'azienda che importa negli Usa i caschi Axo, "per gravissimi danni alla persona subiti per un vizio del prodotto venduto". La ditta pagò un pesante indennizzo e diede ragione ai genitori che accusarono Axo di aver venduto un prodotto "non ragionevolmente adatto per gli usi cui il convenuto intendeva destinarlo o che era ragionevole attendersi". In seguito alla vicenda, Nosa inc. chiamò in causa Axo, oggi condannata a versare il maxi risarcimento, di una cifra pari a quasi 1 milione e mezzo di dollari, al distributore americano.
Una sentenza storica. Dopo aver vinto la sentenza in America, il caso è arrivato nei tribunali italiani, dove in due gradi di giudizio è stata ulteriormente riconosciuta. Nel 2014 la Corta di appello di Venezia ha confermato la condanna al pagamento da parte di Axo. La ditta italiana ha basato la sua difesa puntando sul fatto che il casco fosse a norma e che il pilota avesse preso parte ad una una "competizione sportiva dove i piloti portano i mezzi al limite di sicurezza…e dunque assumono consapevolmente dei gravi rischi" aggiungendo anche che Duffy III aveva firmato una liberatoria con cui esonerava tutti i soggetti coinvolti per ogni danno. La tesi di Axo non ha retto e, pochi giorni fa, le sezioni unite civili della Cassazione hanno stabilito per la prima volta la sussistenza del "danno punitivo". Questo tipo di normativa dà accesso ad un indennizzo superiore a quanto stabilito dalle tabelle riguardanti i danni per "colpa grave" o "dolo" da parte del danneggiante. Questa sentenza crea un nuovo precedente e apre le porte a nuove quantificazioni del danno da parte di assicuratori e avvocati civilisti.