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Chiudere Termini Imerese è una scelta dolorosa

Ad affermarlo è il presidente del Senato Renato Schifani, che reputa la chiusura dello stabilimento siciliano della Fiat una decisione “dolorosa e amara”.
A cura di Eugenio Tinto
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La chiusura della stabilimento Fiat di Termini Imerese è al centro dell’agenda politica di quasi tutti i maggiori esponenti del Governo. L’ultimo in ordine di tempo a parlare del sito siciliano è il presidente del Senato, Renato Schifani: “Ho incontrato sia Montezemolo che Elkann  ed entrambi mi hanno detto che cercheranno un nuovo soggetto industriale che possa investire a Termini e che non ci sarà una rimozione della catena industriale, in modo che chi subentrerà potrà ad esempio utilizzare le macchine dello stabilimento”. Per il presidente del Senato “la decisione presa dalla Fiat di chiudere lo stabilimento siciliano di Termini Imerese è una decisione amara e dolorosa”.

È notizia dei pochi giorni fa la visita dell’imprenditore Simone Cimino presso lo stabilimento Fiat per valutare la condizioni del sito e valutare quali potrebbero essere le aggiunte da fare qualora la proposta presentata dall’imprenditore venisse presa in considerazione. Ma proprio su questo punto Schifani fa una precisazione molto importante: “Siamo in un' economia liberale, il governo non può imporre le proprie scelte a un'azienda privata”. E delle 21 proposte giunte sul tavolo del Ministro dello Sviluppo Economico?

Comunque bisogna assicurare lavoro e salario a tutti gli operai, perché la necessità di un lavoro c’è e si sento pesare. Anche se il Lingotto ha deciso di cessare l’attività entro il 2011 “gli operai Fiat e quelli dell'indotto – conclude il presidente del Senato – devono avere la coscienza che Termini sopravviverà, e per far questo c'è l'impegno concreto di tutti i deputati siciliani regionali e nazionali”.

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