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Gruppo Fiat: la nuova Cina è l’obiettivo

Sotto la Grande Muraglia il mercato auto è florido e attira le attenzioni dei tanti costruttori, ovviamente non può tirarsi indietro il Lingotto.
A cura di Eugenio Tinto
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La Cina non è sotto la luce dei riflettori solo per il salone di Pechino è in fase di svolgimento, ma soprattutto per il florido mercato legato alle quattroruote. La notizia di aver superato gli Stati Uniti nella classifica dei paesi nella vendita di automobili è stata saluta con un certo stupore dai tanti marchi sparsi per il mondo, ma anche con tanta gioia per il realizzarsi dei sogni di espansione dei marchi stessi.

Tra i tanti costruttori ovviamente non poteva mancare il Gruppo Fiat. Il Lingotto forte del piano industriale presentato una manciata di giorni fa vuole la Cina e il suo mercato e l’accordo raggiunto con Guangzhou sottolinea come a Torino vogliono mettere radici forti e profonde sotto la Grande Muraglia. L’obiettivo è aprire un nuovo stabilimento che produca circa 330.000 vetture l’anno. Ad affermare questo è lo stesso Sergio Marchionne che spiega come tra Cina, Russia, India e, ora, Cina il Lingotto investirà 3,3 miliardi di euro entro il 2014. Conquistare tutti gli strati del mercato, prima con le vetture medie, poi con le medio-alte e i Suv, questo è il programma che ha intenzione di attuare il gruppo Fiat in Cina.

La presenza del made in Italy in Cina è testimoniata da un altro noto marchio, Pininfarina, che può vantare una lunga tradizione: “Pininfarina è stata la prima azienda italiana a fornire, già dal 1996, servizi di stile ed ingegneria ai costruttori automobilistici cinesi”, ha affermato l'AD di Pininfarina, Silvio Pietro Angori. “La nostra più che decennale presenza in Cina, conclude Angori,  con un ufficio stabilito a Pechino dagli anni Novanta, ha contribuito a sviluppare vetture di grande successo nel primo mercato al mondo e che è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi cinque anni”.

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