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Il Piano industriale B del Gruppo Fiat intimorisce i sindacati

Se le cose non dovessero andare bene è pronto un piano B, come ha affermato lo stesso Sergio Marchionne. La cosa non è stata accolta bene dai sindacati.
A cura di Eugenio Tinto
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Nel corso della presentazione del nuovo piano industriale Sergio Marchionne ha tenuto a specificare un aspetto importante: “Bisogna accettare il nuovo piano industriale perché è già pronto una piano B che non è molto bello. Mi sono avvicinato a questo progetto con le migliori intenzioni, anche se tante sere sono tornato a casa disgustato da alcune cose che ho visto nelle relazioni industriali. Non è questo il modo per creare una grande azienda”.

Ma di quale piano B sta parlando Sergio Marchionne? Il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini, ha provato a dare una risposta: “Siamo pronti a fare un negoziato con la Fiat ma non accetteremo qualsiasi cosa. Marchionne non può pensare che il sindacato non esista, il diritto di sciopero non può essere eliminato. Se la minaccia di un piano B vuol dire non fare alcuna trattativa e avere il via libera per fare quello che vuole, Marchionne sappia che questa è una strada impraticabile. Vuol dire che la sua è una scusa e che sta raccontando frottole”.

Dopo la presentazione del nuovo piano industriale, ecco giungere sulla scena Fiat un nuovo mistero tutto da decifrare. I sindacati, comunque, sono preoccupati anche per la vicenda del boom della produzione datato 2012. In questa occasione il Gruppo Fiat non farebbe altro che continuare la cassa integrazione per altri due anni in, quasi, tutti gli stabilimenti, dovendo risolvere problemi molto più seri come l’integrazione del reddito dei lavoratori e l’estensione e la durata della cassa integrazione.

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