Gruppo Fiat: si punta al 35% di Chrysler
Lasciandosi alle spalle, e non troppo, quanto sta accadendo in Italia, l’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha parlato delle intenzioni del Gruppo circa la propria presenza nel marchio Chrysler. L’ad Marchionne non ha nascosto nulla, anzi ha fatto più chiarezza di quanta ne possiede per le sorti dei siti in Italia. Una consolazione per tutti gli addetti ai lavori del Lingotto non certo per le migliaia di operai che vedono il loro destino sempre più legato alla presentazione del piano industriale che verrà presentato il prossimo 21 aprile.
Durante l’assemblea degli azionisti svoltasi a Torino per l’approvazione del bilancio 2009, l’ad Sergio Marchionne si è espresso riguardo al processo di internazionalizzazione del Lingotto: “Dal 20% attuale al 35% prevediamo tre step del 5%:il primo sarà a fine anno quando lanceremo la 500 elettrica, il resto è legato ad altri impegni come distribuire Chrysler fuori Usa, integrare reti commerciali Usa-Europa,avere una prospettiva in America Latina”.
La riflessione di Marchionne si è spostata inevitabilmente su quanto sta accadendo in Italia: “A volte ho l'impressione che politica e sindacati non abbiano compreso gli sforzi che la Fiat ha fatto per gestire una situazione così critica. Stiamo vedendo un nuovo gioco pericoloso, un nuovo tiro al bersaglio contro la nostra azienda. La Fiat non è andata all'estero per capriccio e di sicuro non ha dimenticato l'Italia”.
La necessità di ridurre i volumi di lavoro ricorrendo alla cassa integrazione non può essere ridotta alla semplice giustificazione che il mercato dell’auto nel 2010 subirà un calo del 15% e che ci vorranno quattro lunghi anni affinché si giunga a una situazione equilibrata: serve una motivazione migliore per lasciare a casa migliaia di lavoratori messi in cassa integrazione.