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Guai per Ford, dagli airbag difettosi allo scandalo Dieselgate sulle emissioni truccate

Contro la Casa dell’Ovale Blu è stata depositata una class action: l’accusa è quella di aver utilizzato un software illegale installato su oltre 500mila veicoli. Inoltre l’azienda americana ha confermato la morte di un automobilista in seguito all’esplosione di uno degli airbag Takata montati sul pick-up Ranger.
A cura di Matteo Vana
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Sembrava tutto alle spalle, ma lo scandalo Dieselgate torna a far sentire la propria voce: stavolta a finire nel mirino non è Volkswagen, ma il colosso dell'auto americana Ford. Negli Stati Uniti, infatti, è stata infatti depositata una class-action contro la Casa dell'Ovale blu, accusata di aver manipolato i dati delle emissioni di almeno 500 mila pick-up. 

Depositata una class-action contro la casa statunitense

L'accusa è la stessa mossa alla casa tedesca; la Fod, infatti, avrebbe utilizzato un software per ingannare i test sulle emissioni condotti dalle autorità statunitensi incaricate delle certificazioni dei veicoli. I pick-up della Ford, in particolare i modelli F-250 e F-350, avrebbero emissioni 50 volte superiori ai limiti legali ammessi per il monossido d'azoto. Ma c'è di più: la class action depositata in un tribunale federale della capitale americana del settore automobilistico accusa la casa di aver imposto agli acquirenti, tra il 2011 e il 2017, un rincaro di 8.400 dollari rispetto ai modelli concorrenti con motori diesel, sostenendo come queste fossero versioni pulite. Le accuse sono state respinte con forza dalla Ford che si difende. Tra le case indagate potrebbe esserci anche il gruppo Bosch, chiamata in causa in quanto responsabile di aver sviluppato il software che avrebbe permesso alla Casa di modificare i livelli di carburante, la circolazione dei gas di scarico e la pressione dell'aria durante i test sulle emissioni condotte dalle autorità di vigilanza.

Un altra morte collegata allo scandalo Takata

I guai, in casa Ford, però, non si esauriscono solo con l'accusa di aver utilizzato software per manomettere i livelli di emissione. La Casa dell'Ovale Blu, infatti, come riportato dalla Reuters, ha confermato la morte di un automobilista, avvenuta lo scorso luglio, in seguito all'esplosione di uno degli airbag Takata montati sulle proprie vetture invitando 2.900 proprietari di pick-up Ranger in Nord America a smettere immediatamente di guidare fino a quando non saranno in grado di avere nuovi pezzi di ricambio. Per permettere ai proprietari di utilizzare i propri mezzi il prima possibile la Ford ha messo a disposizione un tecnico per il servizio a domicilio o il traino fino all'officina più vicina. Sono almeno 21 i morti causati dallo scoppio degli airbag del colosso giapponese; i dispositivi difettosi, infatti, possono esplodere all'improvviso lanciando schegge di metallo all'interno dell'abitacolo che possono essere molto pericolose per gli occupanti del mezzo. Quello Takata, che ha portato al fallimento dell'azienda, è il più grande scandalo automobilistico della storia dell'auto: entro il 2019 si calcola che saranno 125 milioni gli esemplari modificati, ma il processo sembra andare a rilento tanto che la NHTSA americana ha stimato nel novembre scorso appena un terzo dei veicoli coinvolti è stato riparato.

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