Guerra in casa Volkswagen, Piëch accusa tutti e si vendica del cugino Porsche
Nelle ultime ore il caso Dieselgate ha assunto una nuova sfumatura che potrebbe dare il via ad una guerra interna in casa Volkswagen. Lo storico presidente di VW Ferdinand Piëch ha svelato ai magistrati degli importanti retroscena che, se confermati, possono distruggere la difesa del gruppo automobilistico. Secondo Piëch, i vertici di Volkswagen erano tutti i conoscenza del software "cheat" che truccava le emissioni e nessuno si è opposto ad esso.
Piëch accusa la dirigenza Volkswagen
L'accusa di Piëch va in netta contrapposizione con le dichiarazioni del Gruppo Volkswagen, che basa la sua difesa sul fatto che le alte cariche del gruppo fossero venute a conoscenza della truffa durante l'autunno 2015. Le dichiarazioni possono avere un impatto notevole all'interno dell'azienda e l'intero consiglio di sorveglianza trema, ma c'è una sedia in particolare che oscilla più di tutte. Tra i vari membri del consiglio di sorveglianza c'è Wolfgang Porsche, cugino di Piëch e da sempre suo nemico. Il recente conflitto Piëch-Porsche è solo una pagina di una lunga guerra che da sempre infuoca la casa di Wolfsburg.
Un lungo conflitto familiare
Tutto comincia nel 1970. Ferdinand Porsche, a causa dei suoi legami con Hitler, subisce numerosi processi e Volkswagen viene affidata ad un ex dirigente di Opel. Mentre il marchio di Wolfsburg rinasce, Porsche viene prosciolto dalle accuse e, alla veneranda età di 75 anni, fonda la Porsche. Il marchio si distingue nettamente da VW e propone auto di lusso e vetture sportive che trovano la gloria anche nel mondo delle competizioni. L'azienda passa ai suoi due figli: Ferry e Louise. La seconda si sposa con l'avvocato austriaco Anton Piëch, da cui prende il cognome. L'azienda di famiglia viene inizialmente gestita dalle famiglie Porsche e Piëch. I due clan non vanno affatto d'accordo, vari tentativi sono i tentativi di riconciliazione, tra cui alcune terapie di gruppo. Fallito ogni tentativo di mediazione, si decise di comune accordo di mantenere la proprietà ma affidare i ruoli di gestione a membri esterni alle due famiglie.
Qui comincia la carriera di Ferdinand Piëch, figlio di Louise e nipote di Ferdinand Porsche. Il giovane si dimostra un ottimo manager e costruisce la sua carriera partendo da Mercedes fino alla presidenza di Audi. La piuttosto movimentata vita di Piëch genera numerosi conflitti in famiglia: 12, ma si parla anche di 13, figli fatti 4 donne differenti, tra cui Marlene che tradì Gerd Porsche, cugino di Piëch e con la quale ebbe due figli prima di tradirla con la governante dei bambini. I rapporti con la famiglia peggiorano sempre, Ferdinand Piëch ed il cugino Wolfgang Porsche si fanno la guerra a distanza e l'odio è tale da non riuscire più a chiamarsi per nome. Porsche nomina Piëch semplicemente "mio cugino", "il nome che non pronuncerò", al massimo "F". Ferdinand non è da meno e ha sempre preso in giro il cugino nei modi più insulsi, come dargli dell'effeminato a causa della frequentazione delle scuole steriniane che, secondo Piëch, gli hanno insegnato solo a "cantare e fare l'uncinetto".
Una guerra che non trova fine
La faida procede fino ai giorni nostri. Porsche, controllata da Wendelin Wiedeking, gode di un forte successo nei primi anni 2000 e sembra vicina all'acquisizione di Volkswagen, che non naviga nell'oro. La crisi del 2008-2009 colpisce duramente il marchio di Stoccarda che, rischiando quasi il fallimento, finisce invece per essere acquisita da Volkswagen stessa invertendo totalmente i piani. La situazione sembra stabile ma Piëch continua a coprire un importante ruolo dietro le quinte. Gran parte del successo del Gruppo Volkswagen è dovuto all'amministratore delegato Martin Winterkorn che, sotto l'ala protettiva del patriarca di VW, riesce a battere anche i giapponesi di Toyota diventando il primo gruppo automobilistico al mondo.
La forte influenza di Piëch è tale che riesce ad ottenere le dimissioni di Wiedeking da Porsche, nonostante l'opposizione di Wolfgang Porsche. Nel 2015 Piëch, probabilmente insoddisfatto dai risultati negli USA, tenta l'attacco al suo pupillo. Secondo alcune indiscrezioni, Ferdinand era a conoscenza delle indagini degli americani già a febbraio e non informò nessuno. Il 10 aprile dichiara al "Der Spiegel" che prende le distanze da Winterkorn. In questo caso l'affondo non riesce, dato che Wolfgang Porsche e l'intero consiglio riescono a salvare Winterkorn e Piëch è costretto ad abbandonare il suo ruolo di spicco nel consiglio di sorveglianza. Per un uomo come Ferdinand Piëch, una sconfitta simile brucia parecchio e le sue recenti dichiarazioni ai magistrati sono l'ennesima sferzata contro il cugino Wolfgang Porsche. Quando ormai sembrava fuori dai giochi e la famiglia Porsche si godeva la vittoria causata da uno degli scandali di maggiore portata degli ultimi anni, Piëch non si arrende ed è deciso. Ancora una volta la famiglia Piëch dichiara guerra al clan Porsche, una nuova battaglia che mette in serie dubbio il futuro del gruppo automobilistico numero 1 al mondo.