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Hamilton: “Da piccolo sognavo di essere come Senna. E la Regina è una nonna fantastica”

Il campione del mondo, ospite su Rai 1, ha raccontato: “Il Rosso è il mio colore preferito, ma ci sarà sicuramente un rinnovo con Mercedes. Fuori dai GP faccio allenamenti e dieta, ma non mi piace guidare. Mandela? E’ stato come incontrare un re”.
A cura di Matteo Vana
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Lewis Hamilton - Getty images
Lewis Hamilton – Getty images

Il quarto mondiale conquistato in carriera ha riacceso i riflettori su Lewis Hamilton: l'inglese, dopo il titolo, si gode un periodo di meritato riposo, ma non disdegna qualche apparizione in televisione, come successo domenica sera alla trasmissione "Che Tempo che fa" su Rai 1 dove ha giurato amore alla Mercedes. "Attualmente c'è un anno in più da contratto, ma qui stiamo parlando del futuro. La Mercedes mi ha preso quando avevo 13 anni per cui è difficile immaginarmi in un altro posto. Ci sarà sicuramente un nuovo contratto" ha assicurato prima di lasciarsi scappare una battuta sul suo colore preferito, il rosso, suscitando le risate del pubblico.

Una vita, quella di Hamilton, scandita da ritmi frenetici e allenamenti massacranti: "Faccio tanto cardio, ho una dieta studiata e mi alleno molto. Dobbiamo sopportare anche diverse sollecitazioni al collo quando siamo in curva, anche 5 o 6 G, per cui mi alleno con un casco in piombo dal peso di 10 chili e faccio movimenti studiati e ripetuti. La guida fuori dai GP? Non mi piace guidare, mi piace solo andare veloce in pista però ho la moto. Vivo a Monaco dove mi piace tantissimo andare in moto. Quando vado in giro mi sento un po' come Valentino Rossi; sono un suo amico, e lui è davvero quello che mi piace più di tutti" ha raccontato.

Il mito Senna e la voglia di ripercorrere le orme del brasiliano

Una passione, quella per i motori, nata da bambino quando ad appena 5 anni correva sul suo kart. L'infanzia di Hamilton non è stata tutta rose e fiori, ma l'inglese ha potuto contare sulla famiglia e soprattutto sul padre che, pur di farlo correre, faceva quattro lavori. Una forza, quella del britannico nata proprio in quel periodo

Sono stato davvero fortunato, grazie alla mia famiglia che si è data da fare. Vivevamo in un monolocale e mio padre ha dovuto fare quattro lavori contemporaneamente per mantenermi i primi anni delle gare. Poi è arrivata la McLaren e tutto è cambiato, senza non ce l'avrei fatta. Ho iniziato a veder correre Senna quando avevo solo 5 anni insieme a mio papà, Ayrton era il mio preferito: avevo i suoi libri, poster dappertutto sul muro, tornavo da scuola e guardavo i suoi video. Il mio sogno da piccolo era essere o Superman o Senna, sognavo di arrivare in Formula 1 e come lui vincere qualche campionato.

A pranzo dalla Regina

Un personaggio a tutto tondo, non solo uno sportivo da copertina. Lewis Hamilton, nel corso della sua vita, ha sposato diverse cause fuori dal mondo dell'automobilismo: lui, primo campione del mondo di colore, è stato in grado di dare una nuova spinta alla Formula 1. Una popolarità, la sua, che varca i confini del motorsport tanto da essere invitato a colazione persino dalla Regina d'Inghilterra in persona. "È stato veramente figo. Mi hanno chiamato mentre ero in Brasile per l’ultima gara del 2009 e mi dicono: la Regina la invita a colazione, io non ci credevo ma poi sono andato in Inghilterra per andare a pranzo. Lei è la nonna più simpatica che ci sia, è davvero una nonnetta fantastica. Abbiamo parlato di cani, di cibo, di musica e di quello che fa nel fine settimana: una conversazione fantastica. Mandela? E' stato come incontrare un re, un essere umano meraviglioso, sempre sorridente. Prima c’eravamo solo mio padre e io alle gare ora ci sono anche bimbi asiatici, messicani, di colore, chiunque oggi può amare questo sport. Mi piace pensare di aver dato un contributo a tutto questo" ha concluso.

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