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HRC, Nakamoto: “Stoner è come un figlio, è stata dura dirgli no”

“Capisco la sua delusione perché molte volte gli ho chiesto di tornare” spiega il vice presidente HRC, “Ma se decidesse di tornare, dovrebbe almeno lottare per il podio”.
A cura di Valeria Aiello
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Il vice presidente di HRC Shuhei Nakamoto ha cercato di mettere un punto alle polemiche scoppiate dopo l’ultimo tweet di Casey Stoner, ironico ma pur sempre pungente che dichiarava tutta la sua delusione – in sella ad una Honda a noleggio, per la scelta del team di non averlo fatto correre al posto di Pedrosa. “È stato Casey a chiederci di voler aiutare Dani e il team” ha spiegato Nakamoto in un incontro con i media MotoGP sul circuito delle Americhe di Austin. “Ad essere onesti ero un po’ sorpreso, ma ero molto felice di ricevere questo tipo di richiesta da Casey. Poi, in Giappone insieme a con Kokubu-san – responsabile della tecnologia, e Yokoyama-san – responsabile tecnico ci siamo incontrati per discuterne.

Per HRC Casey è molto importante. Lui è un VIP. Per noi, se Casey decidesse di tornare nuovamente in MotoGP dovrebbe almeno lottare per il podio. Questo è il nostro obiettivo. Su Casey non ho alcun dubbio che sia molto, molto veloce!” prosegue il vice presidente che spiega di non aver potuto garantire il lato tecnico per supportare il rientro dell’australiano in MotoGP. A partire dall’ingegnere senigalliese di Casey Stoner, Cristian Gabarrini, passato nel team di Jack Miller.

Non possiamo chiedergli di unirsi nuovamente a Casey” spiega Nakamoto in riferimento a Gabarrini mentre sul capo meccanico di Pedrosa prosegue “Ramon Aurin è un buon ingegnere ma non ha mai lavorato con Casey e lo stesso Christian a volte ha fatto fatica a trovare un buon set up per Casey”. Un punto interrogativo troppo grande anche per la Honda. “Ancora una volta la nostra priorità non è vedere Casey in lotta per la quinta o sesta posizione. La nostra priorità era che Casey debba combattere per almeno il podio. Non siamo riusciti a trovare abbastanza fiducia sul lato tecnico, [per farlo].

Per me Casey è come un figlio. Questa decisione è stata molto dura. Capisco che Casey sia deluso perché molte, molte volte ho chiesto a Casey di tornare, pregandolo di fare una wild-card. Se avessimo avuto almeno il tempo di fare un test prima della gara avremmo detto sì ma non c’è stato il tempo di fare un test adeguato. Molti fan, compreso me vogliono vedere Casey di nuovo in pista ma per me la priorità assoluta è che possa lottare per il podio”.

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