video suggerito
video suggerito

I motociclisti italiani alla Dakar: Botturi l’ufficiale, Picco il veterano, Manca l’eroe

Sono undici gli italiani in sella alla prossima Dakar. Cerutti, Metelli, Lucchese, Toia, Agazzi, Ruoso, Cipollone ed Olivetto completano il plotone azzurro.
A cura di Fabrizio Carrubba
146 CONDIVISIONI
Immagine

Solo chi viaggia in moto può capire le sensazioni che si provano ad essere immersi negli elementi della natura: percepire il vento, sentire il freddo o soffrire il caldo, sentirsi bagnati fino alle ossa della pioggia battente, vivere il paesaggio a 360 gradi protetti solo dal proprio casco. Sensazioni uniche, che trovano l’estremo nella gara più dura al mondo: la Dakar. Scegliere di correrla in moto rappresenta un’impresa nell’impresa. I rischi sono tantissimi: si viaggia a velocità elevate, gli ostacoli sono imprevisti, spesso si corre tra le nuvole di polvere alzate dai concorrenti che ti precedono, respirando la sabbia, visto che non c’è un abitacolo o un parabrezza a proteggerti. Correre la Dakar in moto significa essere un eroe, indipendentemente dal raggiungere il traguardo di Buenos Aires. In questa edizione della corsa saranno 11 gli italiani al via nella categoria moto, eroi del nostro tempo.

Alessandro Botturi (Yamaha): unico pilota al via in veste da ufficiale, Botturi difenderà i colori della casa dei tre diapason insella alla nuova WR 450 F derivata dal modello enduro. Le ultime edizioni non sono state fortunate per il pilota bresciano, giunto al traguardo solo nel 2012 e poi sempre costretto al ritiro. Sarà per lui la Dakar del riscatto.

Franco Picco (Yamaha): una leggenda a due ruote. Il veterano della Dakar sarà al via della sua 25esima partecipazione, (ha già disputato 12 Dakar in moto, 5 in auto, 6 sui camion di assistenza, e lo scorso anno ha corso con un quad). Picco ha 61 anni, ed ha fatto scritto pagine importanti nella storia della corsa, negli anni d’oro a metà degli anni ’80 quando da ufficiale Yamaha sfiorò per tre volte la vittoria. Sarà al via nella categoria Malle Moto, senza assistenza, per veri uomini duri.

Luca Manca (KTM): un ritorno quasi miracoloso quello di Luca. Nel 2010 Manca ha rischiato di perdere la vita alla Dakar. Una caduta rovinosa l’ha costretto a due mesi di coma passati nei letti di due ospedali sudamericani, prima di poter tornare a casa. La voglia di ricominciare e di salire in moto non si è fatta attendere e Luca torna a calcare le piste della Dakar per rimettersi in gioco e per chiudere i conti in sospeso con la gara che 7 anni fa ha rischiato di ucciderlo.

Jacopo Cerutti (Husqvarna): un pilota fortissimo che ha chiuso la scorsa Dakar, quella del suo esordio, a ridosso della top-ten, in dodicesima posizione. Corre per un team ceco già esperto nella corsa sudamericana e l’obiettivo è raggiungere Buenos Aires nelle prime dieci posizioni.

Livio Metelli (KTM): anche per lui si tratta della seconda Dakar. Lo scorso anno fu 43esimo assoluto. Correrà nella categoria Malle Moto, quindi l’impegno sarà doppio, dovendosi dedicare sia alla guida che all’intera manutenzione della moto una volta giunto al bivacco.

Manuel Lucchese (Yamaha): alla sua quarta Dakar. Due concluse, mentre quella di esordio ha segnato il ritiro nel corso della 10 tappa.

Diocleziano Toia (KTM): anche lui correrà nella Malle Moto. Toia ha chiuso la Dakar 2016 in 48esima posizione, nonostante diverse fratture. È alla sua quarta Dakar.

Simone Agazzi (Honda): un esordio difficile lo scorso anno, quando fu costretto al ritiro già alla seconda tappa. Per questa edizione della Dakar Agazzi avrà a disposizione una Honda CRF 450 ufficiale che fu utilizzata lo scorso anno da Kevin Benavides.

Ci sono poi i Rookie della Dakar, i piloti che per la prima volta affronteranno la gara: Alessandro Ruoso, Domenico Cipollone e Matteo Olivero, tutti in sella alla 450 di KTM. Olivetto correrà nella categoria Malle Moto. Per loro non ci sono riferimenti: gli allenamenti e le gare in altri Rally non possono essere paragonate alla grande sfida che la Dakar rappresente. Il via il 2 gennaio da Asunción, Paraguay. Il traguardo dopo 9.000 chilometri a Buenos Aires il 14 gennaio.

146 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views