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Il car sharing farà tremare l’industria dell’auto

Secondo uno studio realizzato da AlixPartners, le case automobilistiche devono temere sempre di più l’ascesa della mobilità sostenibile.
A cura di Vito Lamorte
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Non più un'auto privata ma condivisa. È sempre più in crescita il car sharing e chi ne subirà le conseguenze saranno coloro che le macchine le producon0, ovvero le case automobilistiche. Secondo un'analisi condotta da AlixPartners, che è un società globale di consulenza aziendale, nei prossimi sei anni verrano vendute 4,1 milioni di vetture in meno negli Stati Uniti e in Europa e questa tendenza sembra intimorire non poco i grandi gruppi auto che, secondo Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners; devono iniziare a fare dei ragionamenti nella definizione delle loro strategie di breve-medio e lungo termine. Il discorso non è semplice come sembra, anzi, è molto complicato dato che nonostante alcune case stiano provando ad investire nel car sharing per stimolare la domanda e l'auto condivisa, allo stesso tempo però pensano che non si possa eliminare completamente l'auto privata.

In Italia il car sharing è presente nelle tre città principali: Milano, Roma e Napoli. Funziona abbastanza bene ed è molto diffuso a Milano, mentre a Roma e a Napoli è in ascesa. Le aree urbane più grandi e popolose sono l'ambiente giusto per il car sharing e tra le ragioni del successo nel capoluogo lombardo c'è lo sgravio dai costi di gestione dell'auto. Molto utilizzato dai giovani, studenti e non, che hanno meno disponibilità economica ed utilizzano gli smartphone per reperire informazioni utili per aderire al car sharing istantaneamente.

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